Inizio Avvento (Celebrazione mobile)

Inizia l'Avvento, tempo di attesa e di conversione verso il Natale: Vieni, Signore Gesù!

Diamo importanza alle cose importanti. Oggi ricomincia l’anno liturgico, comincia l’Avvento. Il tempo, fatale misura della nostra presente esistenza. Il grande panorama dei secoli, la storia, ci si apre davanti.

Il cammino
Inizia l’Avvento, il tempo forte dell’Anno liturgico che prepara al Natale. La prima domenica di Avvento apre il nuovo Anno liturgico. Quattro sono le domeniche di Avvento nel rito romano, mentre nel rito ambrosiano. Si tratta di un tempo che invita «ad alzare lo sguardo e ad aprire il cuore per accogliere Gesù», (papa Francesco) . E aveva aggiunto: «In queste quattro settimane siamo chiamati a uscire da un modo di vivere rassegnato e abitudinario, e ad uscire alimentando speranze, alimentando sogni per un futuro nuovo».

La liturgia
L’Avvento inizia con i primi Vespri della prima domenica di Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale. Il colore dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola; nella terza domenica di Avvento (ossia, la domenica Guadete) facoltativamente si può usare il rosa, a rappresentare la gioia per la venuta di Cristo. Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa della notte per la Natività del Signore.

I nomi tradizionali delle domeniche di Avvento sono tratti dalle prime parole dell’Antifona di ingresso alla Messa. La prima domenica è detta del Ad te levavi («A te elevo», Salmo 25); la seconda domenica è chiamata del Populus Sion («Popolo di Sion», Isaia 30,19.30); la terza domenica è quella del Gaudete («Rallegratevi», Filippesi 4,4.5); la quarta domenica è quella del Rorate («Stillate», Isaia 45,8).

L’origine dell’Avvento
Il termine Avvento deriva dalla parola “venuta”, in latino adventus. Il vocabolo adventus può tradursi con “presenza”, “arrivo”, “venuta”. Nel linguaggio del mondo antico era un termine tecnico utilizzato per indicare l’arrivo di un funzionario, la visita del re o dell’imperatore in una provincia. Ma poteva indicare anche la venuta della divinità, che esce dal suo nascondimento per manifestarsi con potenza, o che viene celebrata presente nel culto.

I cristiani adottarono la parola Avvento per esprimere la loro relazione con Cristo: Gesù è il Re, entrato in questa povera “provincia” denominata terra per rendere visita a tutti; alla festa del suo avvento fa partecipare quanti credono in Lui. Con la parola adventus si intendeva sostanzialmente dire: Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, Egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi.

Il tempo dell’attesa, della conversione e della speranza
L’Avvento è «tempo di attesa, di conversione, di speranza», come spiega Direttorio su pietà popolare e liturgia. È il tempo dell’attesa della venuta di Dio che viene celebrata nei suoi due momenti: la prima parte del tempo di Avvento invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; poi, avvicinandosi il Natale, la seconda parte dell’Avvento rimanda al mistero dell’Incarnazione e chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la salvezza di tutti. Ciò è spiegato nel primo Prefazio di Avvento, ossia la preghiera che “apre” la liturgia eucaristica all’interno della Messa dopo l’Offertorio. In essa si sottolinea che il Signore «al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana, portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell’eterna salvezza». E poi si aggiunge: «Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa».

L’Avvento è poi tempo di conversione, alla quale la liturgia di questo momento forte invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Matteo 3, 2). Infine è il tempo della speranza gioiosa che la salvezza già operata da e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e «noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è» (1 Giovanni 3, 2).

Maria, icona dell’Avvento
Nei ritmi dell’Anno liturgico l’Avvento è il tempo mariano per eccellenza. Lo ricorda chiaramente Paolo VI nel la Marialis Cultus: «In tal modo i fedeli, che vivono con la Liturgia lo spirito dell’Avvento, considerando l’ineffabile amore con cui la Vergine Madre attese il Figlio,sono invitati ad assumerla come modello e a prepararsi per andare incontro al Salvatore che viene, vigilanti nella preghiera, esultanti nella sua lode». Il tempo dell’Avvento ha quindi come icona quella della Vergine. Papa Francesco ha sottolineato che «Maria è la “via” che Dio stesso si è preparato per venire nel mondo» ed è «colei che ha reso possibile l’incarnazione del Figlio di Dio, “la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni” (Romani 16,25)» grazie «al suo “sì” umile e coraggioso». La presenza della Solennità dell’Immacolata Concezione – 8 dicembre – fa parte del mistero che l’Avvento celebra: Maria è il prototipo dell’umanità redenta, il frutto più eccelso della venuta redentiva di Cristo. E in questo tempo forte la figura della Vergine viene presentata come l’icona dell’attesa fiduciosa e vigilante, della disponibilità attenta e concreta al mistero di Dio.

Pensieri
  1. Avvento è incontro con Cristo, che è venuto sul nostro sentiero, e si è fatto maestro e salvatore per chi ha avuto la fortuna somma d’incontrarlo, ed ha liberamente accettato di ascoltarlo, di credergli senza meravigliarsi, senza scandalizzarsi di Lui.
  2. Avvento, venuta... è quel fatto che continua spiritualmente, che si ripete ogni anno, si rinnova in ogni uomo, il quale nel tempo matura e invecchia, e in Cristo, se riesce a farlo suo, ringiovanisce e cresce nella certezza e nella speranza. 
  3. È l’avvento che ci fa un po’ silenziosi e pensosi; ci riabilita alla preghiera e alla speranza; ci fa umili e solleciti per volgere i passi verso il presepio. In cammino, fratelli; ancora una volta in cammino. Ci precede con svelto passo la Madonna. 
  4. “… fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!” (Marco 13,36-37) 
  5. Avvento: tempo di grazia, tempo di operosa attesa del prezioso Natale di Gesù Salvatore; tempo forte in cui la Madre Chiesa ci prende per mano e, mediante la Sacra Liturgia, ci indica la via santa da percorrere per disporci non soltanto alla fruttuosa celebrazione del Santo Natale, il 25 dicembre, ma anche all’incontro definitivo con Cristo, che avverrà nel giorno e nell’ora della nostra morte corporale. 
  6. State sempre desti e vigilanti, mediante la vita di Grazia, custodita e sempre più alimentata – mediante la degna e frequente ricezione dei Santi Sacramenti e la costante preghiera del cuore – affinché la nostra umile e semplice esistenza divenga, per dono di Dio, un bellissimo fiore del Cielo. 
  7. Gesù Misericordioso ci esorta alla vigilanza perché non sappiamo quando il padrone di casa ritornerà, ma certamente Egli tornerà! 
  8. "Non fatevi trovare addormentati". Evidentemente il Signore non parla qui del riposo notturno (che il nostro corpo richiede essendo noi creature umane), bensì del sonno mortifero del peccato, che ottenebra e ottunde l’anima, distogliendola – mediante le molteplici e, nel contempo, monotone seduzioni mondane - dal suo fine supremo: il conseguimento della beatitudine eterna in Cielo. 
  9. La nostra vera luce - per non smarrirci nei sentieri del male nel corso del pellegrinaggio terreno verso la celeste Gerusalemme - è la fede. Sì, la fede nel Signore, la quale opera per mezzo della carità. Teniamo accesa - giorno e notte, sempre! - la fiaccola del santo amore, affinché quando Dio ci chiamerà per il giudizio, quell’incontro possa essere pieno di gioia. E se, disgraziatamente, esaminandoci dovessimo constatare che siamo tuttora in stato di peccato grave, non indugiamo stoltamente nel sonno della colpa; al contrario, scuotiamoci presto da tale torpore di male ed accostiamoci - pentiti e decisi a cambiar vita - al Sacramento della Misericordia Divina, la Santa Confessione. 
  10. Il Bambino di Betlemme non ci trovi – bussando alla porta del nostro cuore nel prossimo Suo Natale - ancora schiavi delle male passioni, dell’egoismo, dell’odio! 
  11. Deponiamo ogni malizia e ipocrisia; rivestiamoci di Cristo - l’Uomo nuovo, il Figlio diletto - e più non seguiamo i desideri e i pensieri cattivi, che portano alla morte dello spirito. Perdoniamo di cuore a coloro che ci hanno in vario modo danneggiato; perdoniamo e saremo perdonati. Preghiamo per i nostri nemici. Scompaia da ogni bocca cristiana la volgarità, la maldicenza, la calunnia; immodestie e abiti scandalosi più non siano, per le donne che dicono di credere in Cristo. In particolare, quale e quanto dolore si arreca al Signore e alla Mamma celeste, Maria Immacolata, quando ci si accosta a ricevere Gesù Eucaristia con abiti indecenti! E quante irriverenze si commettono nella casa di Dio – la chiesa – e persino da certe di coloro che, essendo lì ogni giorno, dovrebbero avere alla Presenza di Dio ben altro contegno! 
  12. E' necessario pregare molto e coltivare nelle nostre giornate (spesso ricolme anche di tante cose frivole o perlomeno inutili) significativi spazi di silenzio, nei quali parlare cuore a Cuore con Gesù Salvatore. 
  13. Non lasciamoci rubare la grazia dell’Avvento da mille esteriorità, e tanto meno dal peccato! Non permettiamo che queste settimane passino invano, senza apportare quel frutto di conversione e di vita nuova nello Spirito Santo, che il Divino Bambino ardentemente attende, per il vero bene di ciascuno di noi, Suoi amati figli e figlie. 
  14. In questi santi giorni avventizi, ci soccorra la potente intercessione delle due persone – dopo Gesù Cristo – più meravigliose che la terra abbia mai avuto, i Due Consacrati per eccellenza alla gloria di Dio: Maria di Nazaret e il Suo castissimo Sposo Giuseppe.Ancora un anno, ancora un tempo, ancora un Avvento e un Natale. Ricominciamo l'anno liturgico…. Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua... sempre le stesse verità, la stessa storia, anno dopo anno. Ma noi siamo cambiati. Il nostro spirito è diverso da un anno fa, l’Avvento che stiamo per celebrare è colorato da altre sensazioni, da altre luci,riempito di attese e di colori. Ci è necessario consacrare questo tempo, ci è indispensabile riempirlo di significato e di luce. Animo, cercatori di Dio, dicembre ci accoglie con il suo mite tempo di preparazione al Natale…Paolo Curtaz

Noi di preghiamo, Signore
Signore, sappiamo quanto sia pericoloso il sonno, soprattutto quando ci aggredisce in modo inaspettato.
In agguato nel nostro animo c’è un sonno di cui pochi si avvedono anche se è il più pericoloso,
un sonno che cala pesante sugli occhi e impedisce di riconoscere i tuoi segni, i segni del Tuo Amore;
un sonno che assopisce ogni slancio ed entusiasmo e rallenta inesorabilmente i ritmi della vita spirituale,
un sonno che ci culla in altre occupazioni e sogni e porta fuori strada!

Signore, tu oggi ci scrolli dal nostro torpore e ci gridi: Vegliate! Non fatevi prendere di sorpresa! Cogliete i segni e interpretate la drammatica storia che state vivendo! Non temete: Ecco io vengo!
Grazie, Signore, per questa nuova venuta, fa' che ad essa ci prepariamo con speranza; fa' che ci tolga di dosso il sonno della chiusura a Te e ai fratelli, il sonno della pigrizia, dell'egoismo, dell'irresponsabilità di fronte alla storia degli uomini.

Vieni, Signore Gesù!
Sei il Dono del Padre all'uomo infelice. Sei il Figlio che giunge per germogliare speranza. Sei il Fratello che annuncia misericordia paterna. Sei lo Sposo che si prende cura dell'uomo ingannato. Sei il Giorno che viene dopo la notte tremenda. Sei la Pace che scende dall'Alto. Sei Giustizia di Dio per l'uomo ingiusto. Sei la Verità che rallegra la vita. Sei la Misericordia che si stende feconda. Sei la Parola che comunica amore. Sei il Giudizio che salva i peccatori. Sei la Veste che copre la mia nudità. 

Vangelo

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