Venerdì Santo - Passione del Signore - Celebrazione mobile

Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.  (Fil 2,8-9)

Il Venerdì Santo è il giorno della Croce
In tutta la vicenda umana e storica di Gesù, la Passione designa da sempre l'insieme degli avvenimenti dolorosi che lo colpirono fino alla morte in croce.
La croce non è un semplice strumento di tortura, ma è segno dell'amore che Dio nutre verso gli uomini.
Con la croce Dio riporta la vita vera nel mondo, con la croce Dio insegna all'uomo ad amare.
I cristiani in questo giorno sono invitati ad adorare la croce di Cristo e a non vivere rassegnati dinanzi alle proprie croci di ogni giorno, perché solo morendo si risuscita a vita eterna.

Astinenza dalla carne 
Come nel Mercoledì delle ceneri, i fedeli dai 14 anni di età sono invitati all'astinenza dalla carne (sono ammessi uova e latticini), e quelli dai 18 ai 60 anni al digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto (pranzo o cena) durante la giornata (è ammessa, oltre a questo, una piccola refezione).Il digiuno si compie in segno di penitenza per i peccati di tutti gli uomini, che Gesù è venuto ad espiare nella passione, ed assume inoltre il significato mistico di attesa dello Sposo, secondo le parole di Gesù (Matteo 9,15); lo Sposo della Chiesa, cioè Cristo, viene tolto dal mondo a causa del peccato degli uomini, ma i cristiani sono invitati a preparare con il digiuno l'evento del suo ritorno e della liberazione dalla morte; questo evento si attua nel memoriale della sua resurrezione, la domenica di Pasqua.
Liturgia dei presantificati nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes a Filadelfia

Non si celebra l'eucaristia
Durante la celebrazione liturgica pomeridiana del Venerdì santo si distribuisce infatti l'eucaristia consacrata il giorno precedente, nella messa vespertina in Cena Domini del Giovedì santo, in cui si ricorda l'ultima cena del Signore con i discepoli e il tradimento di Giuda. La liturgia inizia nel silenzio, come si era chiusa quella del giorno precedente e come si apre quella della veglia di Pasqua nella notte del Sabato santo, quasi a sottolineare come il Triduo pasquale sia un'unica celebrazione per i cristiani.

Azione liturgica
L'azione liturgica della Passione del Signore (in Passione Domini), detta anche liturgia dei presantificati, si articola in tre parti:
  • la liturgia della Parola, composta di numerose letture e dalla solenne preghiera universale,
  • l'adorazione della santa Croce;
  • la comunione con i presantificati.
La liturgia dei presantificati ha origini molto antiche (VII secolo) ed è presente anche nel rito bizantino, come una delle quattro tipologie di divina liturgia.

La Via Crucis
Solitamente, poi, in ogni parrocchia si effettua la Via Crucis o più in generale la processione devozionale con il crocifisso, le statue del Cristo morto e della Madonna addolorata, o le statue che rappresentano i misteri, ossia le stazioni della Via Crucis. Il papa celebra quest'ultimo rito presso il Colosseo.

Le campane il Venerdì santo
Il Venerdì santo le campane, che tradizionalmente richiamano i fedeli alla celebrazione dell'eucaristia, in segno di lutto non suonano. Occorre però precisare da quale momento, in quanto si riscontrano tradizioni differenti a seconda dei diversi riti cattolici. Secondo il rito romano le campane suonano per l'ultima volta la sera del Giovedì santo, e precisamente al canto del Gloria della messa vespertina, per poi tornare a suonare a festa durante la Veglia Pasquale, sempre al canto del Gloria, come segno dell'annuncio dei cristiani della resurrezione di Gesù. Nel rito ambrosiano, invece, le campane suonano sino all'annuncio della morte del Signore: le ore tre del pomeriggio del Venerdì santo. Dopodiché tacciono fino alla veglia pasquale.

Tutto il Vangelo non è altro che la buona notizia della carità: l’Amore è stato reso possibile e rimane possibile, attraverso la Croce e nella Croce. (Serva di Dio Madeleine Delbrel)

Lamenti del Signore
  • Io per te ho flagellato l’Egitto e i primogeniti suoi, e tu mi hai consegnato per essere flagellato.
  • Popolo mio, che male ti ho fatto? In che ti ho provocato? Dammi risposta.
  • Io ti ho guidato fuori dall’Egitto e ho sommerso il faraone nel Mar Rosso, e tu mi hai consegnato ai capi dei sacerdoti. Io ho aperto davanti a te il mare, e tu mi hai aperto con la lancia il costato.
  • Io ti ho fatto strada con la nube, e tu mi hai condotto al pretorio di Pilato. Io ti ho nutrito con manna nel deserto, e tu mi hai colpito con schiaffi e flagelli.
  • Io ti ho dissetato dalla rupe con acqua di salvezza e tu mi hai dissetato con fiele e aceto. Io per te ho colpito i re dei Cananei, e tu hai colpito il mio capo con la canna.
  • Io ti ho posto in mano uno scettro regale, e tu hai posto sul mio capo una corona di spine. Io ti ho esaltato con grande potenza, e tu mi hai sospeso al patibolo della croce.
Non permettiamo mai che il nostro cuore si faccia schiavo di qualcuno, ma solo di Colui che lo acquistò con il suo sangue. S. Teresa d'Avila

Preghiera
E' difficile e bello  il mio Dio abbandonato da Dio.
Il mio Dio che deve morire per trionfare.
Il mio Dio che fa di un ladro e criminale il primo santo della Chiesa.
Il mio Dio giovane che muore con l'accusa di agitatore politico.
Il mio Dio sacerdote e profeta che subisce la morte come la prima vergogna di tutte le inquisizioni della storia.
Il mio Dio che suda sangue prima di accettare la volontà del Padre.
È difficile questo mio Dio, questo mio Dio fragile, per chi pensa di trionfare soltanto vincendo, per chi si difende soltanto uccidendo, per chi salvezza vuol dire regalo e non sacrificio.
Il mio Dio gettato nel solco, schiacciato sotto terra, tradito, abbandonato, incompreso, che continua ad amare.
Per questo il mio Dio vinse la morte e comparve con un frutto nuovo tra le mani: la Resurrezione.
Per questo noi, ora, tutti, siamo sulla via della Resurrezione, uomini e cose. (Juan Arias)