I miei occhi hanno visto la tua salvezza: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele. (Lc 2,30.32)
Questo atto di obbedienza a un rito legale, al compimento del quale né Gesù né Maria erano tenuti, costituisce pure una lezione di umiltà, a coronamento dell'annuale meditazione sul grande mistero natalizio, in cui il Figlio di Dio e la sua divina Madre ci si presentano nella commovente ma mortificante cornice del presepio, vale a dire nell'estrema povertà dei baraccati, nella precaria esistenza degli sfollati e dei perseguitati, quindi degli esuli.
Roma adottò la festività verso la metà del VII secolo; papa Sergio I (687-701) istituì la più antica delle processioni penitenziali romane, che partiva dalla chiesa di S. Adriano al Foro e si concludeva a S. Maria Maggiore. Il rito della benedizione delle candele, di cui si ha testimonianza già nel X secolo, si ispira alle parole di Simeone: "I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti". Da questo significativo rito è derivato il nome popolare di festa della "candelora". La notizia data già da Beda il Venerabile, secondo la quale la processione sarebbe un contrapposto alla processione dei Lupercalia dei Romani, e una riparazione alle sfrenatezza che avvenivano in tale circostanza, non trova conferma nella storia. (Piero Bargellini)
Fratelli, andiamo! Oggi questo cero brucia nelle mani di Simeone. Venite a prendervi la luce, venite a accendervi i vostri ceri... per essere voi stessi fiaccole che brillano dentro e fuori, per il bene vostro e per quello degli altri. - Beato Guerrico d'Igny
Festa delle luci
La festività odierna, di cui abbiamo la prima testimonianza nel
secolo IV a Gerusalemme, venne denominata fino alla recente riforma del
calendario festa della Purificazione della SS. Vergine Maria, in ricordo
del momento della storia della sacra Famiglia, narrato al capitolo 2
del Vangelo di Luca, in cui Maria, in ottemperanza alla legge, si recò
al Tempio di Gerusalemme, quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, per
offrire il suo primogenito e compiere il rito legale della sua
purificazione.
Riforma liturgica
La riforma liturgica del 1960 ha restituito alla
celebrazione il titolo di "presentazione del Signore", che aveva in
origine. L'offerta di Gesù al Padre, compiuta nel Tempio, prelude alla
sua offerta sacrificale sulla croce.Questo atto di obbedienza a un rito legale, al compimento del quale né Gesù né Maria erano tenuti, costituisce pure una lezione di umiltà, a coronamento dell'annuale meditazione sul grande mistero natalizio, in cui il Figlio di Dio e la sua divina Madre ci si presentano nella commovente ma mortificante cornice del presepio, vale a dire nell'estrema povertà dei baraccati, nella precaria esistenza degli sfollati e dei perseguitati, quindi degli esuli.
Una spada ti trafiggerà l'anima
L'incontro del Signore con Simeone e Anna nel Tempio accentua l'aspetto
sacrificale della celebrazione e la comunione personale di Maria col
sacrificio di Cristo, poiché quaranta giorni dopo la sua divina
maternità la profezia di Simeone le fa intravedere le prospettive della
sua sofferenza: "Una spada ti trafiggerà l'anima": Maria, grazie alla
sua intima unione con la persona di Cristo, viene associata al
sacrificio del Figlio. Non stupisce quindi che alla festa odierna si sia
dato un tempo tale risalto da indurre l'imperatore Giustiniano a
decretare il 2 febbraio giorno festivo in tutto l'impero d'Oriente.Roma adottò la festività verso la metà del VII secolo; papa Sergio I (687-701) istituì la più antica delle processioni penitenziali romane, che partiva dalla chiesa di S. Adriano al Foro e si concludeva a S. Maria Maggiore. Il rito della benedizione delle candele, di cui si ha testimonianza già nel X secolo, si ispira alle parole di Simeone: "I miei occhi han visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti". Da questo significativo rito è derivato il nome popolare di festa della "candelora". La notizia data già da Beda il Venerabile, secondo la quale la processione sarebbe un contrapposto alla processione dei Lupercalia dei Romani, e una riparazione alle sfrenatezza che avvenivano in tale circostanza, non trova conferma nella storia. (Piero Bargellini)
Fratelli, andiamo! Oggi questo cero brucia nelle mani di Simeone. Venite a prendervi la luce, venite a accendervi i vostri ceri... per essere voi stessi fiaccole che brillano dentro e fuori, per il bene vostro e per quello degli altri. - Beato Guerrico d'Igny
Preghiere nella presentazione di Gesù al Tempio
O Vergine Maria Immacolata, dimmi, come ti preparavi a presentare il frutto del tuo grembo, per le mani del vecchio Sacerdote, a Colui che non gli avrebbe risparmiato il dolore della circoncisione e l'umiliazione di tutta la sua vita?Ti accompagnava, sono certo, la fede più profonda nella volontà salvifica del Padre, che chiedeva tanto sacrificio al Figlio fatto uomo.
Ti accompagnava la speranza più serena che l'offerta della tua creatura avrebbe portato la salvezza al mondo.
Ti accompagnava l'amore più leale, più puro e più sincero, che non conosceva cosa fosse la finzione farisaica della doppiezza umana.
Amore con cui sacrificavi te stessa assieme al Figlio, perché si ricostituisse l'alleanza fra l'uomo peccatore e Dio offeso, fra il Padre generoso e il figlio che ha calpestato i suoi doni e i suoi comandi, fra colui che tutto ha ricevuto e Colui che tutto gli ha donato.
Così ti preparavi, mentre in estrema povertà acquistavi le semplici colombe con le quali, al momento, riscattare il Figlio. (P.Luigi M. Faccenda)
O Signore, noi nella Messa ti offriamo come Maria Cristo, tuo figlio. Concedi a noi di saper offrire la nostra vita insieme alla sua. Per Cristo nostro Signore. Amen.