Patronato: Infermieri, Medici, Ospedali,
Cardiopatici, Librai, Stampatori
Cardiopatici, Librai, Stampatori
"In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre ".
Ad Oropesa trascorse gran parte della sua vita. Fino a 27 anni Juan si dedicò alla pastorizia, poi si arruolò, partecipando come soldato a due battaglie, una prima a Pavia dalla parte di Carlo V contro Francesco I e successivamente contro i Turchi, a Vienna.
Finita la vita militare, finché ebbe soldi vagò per mezza Europa, giungendo fino in Africa a fare il bracciante e poi fece il venditore ambulante a Gibilterra. Infine, nel 1537 si stabilì a Granada e aprì una piccola libreria. Avvertiva già da tempo una grande vocazione per Gesù nell'assistenza dei poveri e dei malati, ma fu allora che Giovanni mutò radicalmente indirizzo alla propria vita, in seguito a una predica di san Giovanni d'Avila.
Attraversò una grande crisi di fede, distrusse la sua libreria, andò in giro per la città agitandosi e rotolandosi per terra e rivolgendo ai passanti la frase che sarebbe divenuta l'emblema della sua vita:
« Fate (del) bene, fratelli, a voi stessi. »
Considerato pazzo, fu rinchiuso nell'Ospedale Reale di Granada, da dove uscì qualche mese dopo rasserenato e intenzionato ad assecondare la sua vocazione religiosa.
Dopo essersi posto sotto la guida di Giovanni d'Avila, si recò in pellegrinaggio al Monastero reale di Santa Maria de Guadalupe e, tornato a Granada, diede inizio alla sua opera di assistenza ai poveri, malati e bisognosi.
Nonostante le diffidenze iniziali, si unirono a lui altre persone, che si dedicarono completamente all'assistenza ai malati. Il suo modo di chiedere la carità era molto originale, infatti era solito dire: “Fate del bene a voi stessi! Fate bene, fratelli!”.
Fondò il suo primo ospedale, organizzò l'assistenza secondo le esigenze di quelli che considerava i ‘suoi' poveri. L'Arcivescovo di Granada gli cambiò il nome in Giovanni di Dio. Si impegnò anche nei confronti delle prostitute, aiutandole a reinserirsi nella società. Morì l'8 marzo 1550.
Canonizzazione
La sua fama si sparse in fretta e fu canonizzato nel 1690 da Papa Alessandro VIII. Papa Leone XIII nel 1886 lo dichiarò patrono degli ospedali e di quanti operano per restituire la salute agli infermi assieme a San Camillo de Lellis. Papa Pio XI, il 28 agosto 1930, lo proclamò, sempre insieme con Camillo de Lellis, "Patrono degli infermieri".
Cristo é fedele e a tutto provvede
Nato a Montemoro-Novo nel 1495
All'età di 8 anni, assieme a un chierico si allontanò dalla casa paterna e giunse in Spagna, dove ad Oropesa (Toledo) fu accolto dalla famiglia di Francisco Cid, detto “el Mayoral”.Ad Oropesa trascorse gran parte della sua vita. Fino a 27 anni Juan si dedicò alla pastorizia, poi si arruolò, partecipando come soldato a due battaglie, una prima a Pavia dalla parte di Carlo V contro Francesco I e successivamente contro i Turchi, a Vienna.
Finita la vita militare, finché ebbe soldi vagò per mezza Europa, giungendo fino in Africa a fare il bracciante e poi fece il venditore ambulante a Gibilterra. Infine, nel 1537 si stabilì a Granada e aprì una piccola libreria. Avvertiva già da tempo una grande vocazione per Gesù nell'assistenza dei poveri e dei malati, ma fu allora che Giovanni mutò radicalmente indirizzo alla propria vita, in seguito a una predica di san Giovanni d'Avila.
Attraversò una grande crisi di fede, distrusse la sua libreria, andò in giro per la città agitandosi e rotolandosi per terra e rivolgendo ai passanti la frase che sarebbe divenuta l'emblema della sua vita:
« Fate (del) bene, fratelli, a voi stessi. »
Considerato pazzo, fu rinchiuso nell'Ospedale Reale di Granada, da dove uscì qualche mese dopo rasserenato e intenzionato ad assecondare la sua vocazione religiosa.
Dopo essersi posto sotto la guida di Giovanni d'Avila, si recò in pellegrinaggio al Monastero reale di Santa Maria de Guadalupe e, tornato a Granada, diede inizio alla sua opera di assistenza ai poveri, malati e bisognosi.
Nonostante le diffidenze iniziali, si unirono a lui altre persone, che si dedicarono completamente all'assistenza ai malati. Il suo modo di chiedere la carità era molto originale, infatti era solito dire: “Fate del bene a voi stessi! Fate bene, fratelli!”.
Fondò il suo primo ospedale, organizzò l'assistenza secondo le esigenze di quelli che considerava i ‘suoi' poveri. L'Arcivescovo di Granada gli cambiò il nome in Giovanni di Dio. Si impegnò anche nei confronti delle prostitute, aiutandole a reinserirsi nella società. Morì l'8 marzo 1550.
Canonizzazione
La sua fama si sparse in fretta e fu canonizzato nel 1690 da Papa Alessandro VIII. Papa Leone XIII nel 1886 lo dichiarò patrono degli ospedali e di quanti operano per restituire la salute agli infermi assieme a San Camillo de Lellis. Papa Pio XI, il 28 agosto 1930, lo proclamò, sempre insieme con Camillo de Lellis, "Patrono degli infermieri".
Dalle «Lettere» di san Giovanni di Dio
Se guardassimo alla misericordia di Dio, non cesseremo mai di fare il bene tutte le volte che se ne offre la possibilità. Infatti quando, per amor di Dio, passiamo ai poveri ciò che egli stesso ha dato a noi, ci promette il centuplo nella beatitudine eterna. O felice guadagno, o beato acquisto! Chi non donerà a quest’ottimo mercante ciò che possiede, quando cura il nostro interesse e ci supplica a braccia aperte di convertirci a lui e di piangere i nostri peccati e di metterci al servizio della carità, prima verso di noi e poi verso il prossimo? Infatti come l’acqua estingue il fuoco, così la carità cancella il peccato (cfr. Sir 3, 29). Vengono qui tanti poveri, che io molto spesso mi meraviglio in che modo possano esser mantenuti. Ma Gesù Cristo provvede a tutto e tutti sfama.
O medico celeste, deh! non sdegnate di venire in mio soccorso, ricordandovi i prodigi di carità operati nei giorni della vostra mortale carriera a beneficio dell'umanità sofferente.
Siate voi il balsamo salutare che lenisca i dolori del corpo: voi il freno potente che trattenga l'anima da fatali traviamenti: voi il conforto, la luce, la guida nell'aspro sentiero che porta alla salute eterna.
Soprattutto, o padre mio amorosissimo, ottenetemi la grazia di un sincero pentimento dei miei peccati, affinchè possa, quando a Dio piacerà, venire a benedirvi e ringraziarvi nel Santo paradiso. Così sia.
Signore Gesù che facendoti uomo, hai voluto condividere le nostre sofferenze, ti supplico, per l'intercessione di Giovanni di Dio di aiutarmi a superare questo difficile momento della mia vita.
Come un giorno hai dimostrato una particolare predilezione verso i malati, così ora rivela anche a me la tua bontà. Ravviva la mia fede nella tua presenza e dona a quanti mi assistono la delicatezza del tuo amore.
Se guardassimo alla misericordia di Dio, non cesseremo mai di fare il bene tutte le volte che se ne offre la possibilità. Infatti quando, per amor di Dio, passiamo ai poveri ciò che egli stesso ha dato a noi, ci promette il centuplo nella beatitudine eterna. O felice guadagno, o beato acquisto! Chi non donerà a quest’ottimo mercante ciò che possiede, quando cura il nostro interesse e ci supplica a braccia aperte di convertirci a lui e di piangere i nostri peccati e di metterci al servizio della carità, prima verso di noi e poi verso il prossimo? Infatti come l’acqua estingue il fuoco, così la carità cancella il peccato (cfr. Sir 3, 29). Vengono qui tanti poveri, che io molto spesso mi meraviglio in che modo possano esser mantenuti. Ma Gesù Cristo provvede a tutto e tutti sfama.
Preghiere a San Giovanni di Dio
Ai vostri piedi prostrato, o gran padre degli infermi, vengo oggi per impetrare da voi che siete dispensatore di celesti tesori, la grazia della cristiana rassegnazione, e la guarigione dei mali che travagliano il corpo e l'anima mia.O medico celeste, deh! non sdegnate di venire in mio soccorso, ricordandovi i prodigi di carità operati nei giorni della vostra mortale carriera a beneficio dell'umanità sofferente.
Siate voi il balsamo salutare che lenisca i dolori del corpo: voi il freno potente che trattenga l'anima da fatali traviamenti: voi il conforto, la luce, la guida nell'aspro sentiero che porta alla salute eterna.
Soprattutto, o padre mio amorosissimo, ottenetemi la grazia di un sincero pentimento dei miei peccati, affinchè possa, quando a Dio piacerà, venire a benedirvi e ringraziarvi nel Santo paradiso. Così sia.
Signore Gesù che facendoti uomo, hai voluto condividere le nostre sofferenze, ti supplico, per l'intercessione di Giovanni di Dio di aiutarmi a superare questo difficile momento della mia vita.
Come un giorno hai dimostrato una particolare predilezione verso i malati, così ora rivela anche a me la tua bontà. Ravviva la mia fede nella tua presenza e dona a quanti mi assistono la delicatezza del tuo amore.