Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me; io vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. (Gal 2,19-20)
Mentre era vescovo ad Antiochia, l'Imperatore Traiano dette inizio alla sua persecuzione. Arrestato e condannato, Ignazio fu condotto, in catene, da Antiochia a Roma dove si allestivano feste in onore dell'Imperatore e i cristiani dovevano servire da spettacolo, nel circo, sbranati dalle belve.
Durante il viaggio da Antiochia a Roma, Ignazio scrisse sette lettere, in cui raccomandava di fuggire il peccato, di guardarsi dagli errori degli Gnostici, di mantenere l'unità della Chiesa. Di un'altra cosa poi si raccomandava, soprattutto ai cristiani di Roma: di non intervenire in suo favore e di non salvarlo dal martirio. Nell'anno 107 fu dunque sbranato dalle belve verso le quali dimostrò grande tenerezza. «Accarezzatele " scriveva " affinché siano la mia tomba e non faccian restare nulla del mio corpo, e i miei funerali non siano a carico di nessuno». (Avvenire)
Biografia
Fu il terzo vescovo di Antiochia, in Siria, terza metropoli del mondo antico dopo Roma e Alessandria d'Egitto e di cui san Pietro era stato il primo vescovo. Non era cittadino romano, e pare che non fosse nato cristiano, convertendosi in età non più giovanissima.Mentre era vescovo ad Antiochia, l'Imperatore Traiano dette inizio alla sua persecuzione. Arrestato e condannato, Ignazio fu condotto, in catene, da Antiochia a Roma dove si allestivano feste in onore dell'Imperatore e i cristiani dovevano servire da spettacolo, nel circo, sbranati dalle belve.
Durante il viaggio da Antiochia a Roma, Ignazio scrisse sette lettere, in cui raccomandava di fuggire il peccato, di guardarsi dagli errori degli Gnostici, di mantenere l'unità della Chiesa. Di un'altra cosa poi si raccomandava, soprattutto ai cristiani di Roma: di non intervenire in suo favore e di non salvarlo dal martirio. Nell'anno 107 fu dunque sbranato dalle belve verso le quali dimostrò grande tenerezza. «Accarezzatele " scriveva " affinché siano la mia tomba e non faccian restare nulla del mio corpo, e i miei funerali non siano a carico di nessuno». (Avvenire)
Pensieri di Sant' Ignazio di Antiochia
- Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore.
- A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa terra. E' meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il mio impero fino ai confini della terra.
- Io cerco colui che é morto per noi, voglio colui che per noi é risorto. E' vicino il momento della mia nascita.
- Non siate di quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non trovino posto in voi sentimenti meno buoni.
- Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che é la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che é la carità incorruttibile.
- Impegnatevi a riunirvi più di frequente nell'azione di grazie e di gloria verso Dio. Quando vi riunite spesso, le forze di Satana vengono abbattute e il suo flagello si dissolve nella concordia della fede. Niente è più bello della pace nella quale si frustra ogni guerra di potenze celesti e terrestri.
- Nulla di tutto questo vi sfuggirà, se avete perfettamente la fede e la carità in Gesù Cristo, che sono il principio e lo scopo della vita. Il principio è la fede, il fine la carità. L'una e l'altra insieme riunite sono Dio, e tutto il resto segue la grande bontà. Nessuno che professi la fede pecca, nessuno che abbia la carità odia. - L'albero si conosce dal suo frutto. Così coloro che si professano di appartenere a Cristo saranno riconosciuti da quello che operano. Ora l'opera non è di professione di fede, ma che ognuno si trovi nella forza della fede sino all'ultimo.
- Nulla sfugge al Signore, anche i nostri segreti gli sono vicino. Tutto facciamo considerando che abita in noi templi suoi ed Egli il Dio che è in noi, come è e apparirà al nostro volto amandolo giustamente.
- Pregare è seguire Cristo che va tra gli uomini, quasi accompagnandolo.
- Si educa molto con quel che si dice, ancor più con quel che si fa, ma molto di più con quel che si è.
- Io sono il frumento di Gesù Cristo, e sarò triturato dai denti delle bestie, per diventare un pane veramente puro.
- È meglio tacere ed essere, che dire e non essere. È bello insegnare se chi parla opera.
- Uno solo è il maestro e ha detto e ha fatto e ciò che tacendo ha fatto è degno del Padre.
- Chi possiede veramente la parola di Gesù può avvertire anche il suo silenzio per essere perfetto, per compiere le cose di cui parla o di essere conosciuto per le cose che tace.
- Nulla sfugge al Signore, anche i nostri segreti gli sono vicino. Tutto facciamo considerando che abita in noi templi suoi ed egli il Dio (che è) in noi, come è e apparirà al nostro volto amandolo giustamente.
- Il mio spirito è vittima della croce che è scandalo per gli infedeli e per noi salvezza e vita eterna.
- Al principe di questo mondo rimase celata la verginità di Maria e il suo parto, similmente la morte del Signore, i tre misteri clamorosi che furono compiuti nel silenzio di Dio.
- Procurate di riunirvi più frequentemente per il rendimento di grazie e per la lode a Dio. Quando vi radunate spesso le forze di satana sono annientate ed il male da lui prodotto viene distrutto nella concordia della vostra fede.
- Davanti all'ira degli uomini, siate miti, alla loro megalomania siate umili, alle loro bestemmie opponete le preghiere.
Preghiera a Sant' Ignazio di Antiochia
O Pane glorioso e puro di Cristo tuo Maestro, hai dunque ottenuto la realizzazione dei tuoi desideri!
Tutta Roma, seduta sui gradini del superbo anfiteatro, applaudiva al laceramento delle tue membra; ma mentre le tue ossa erano frantumate sotto i denti dei leoni, la tua anima, felice di rendere a Cristo vita per vita, s'innalzava d'un tratto fino a Lui.
Il tuo supremo desiderio fu di soffrire, perché la sofferenza ti sembrava un debito contratto verso il Crocifisso, e desideravi il suo Regno solo dopo aver dato in cambio della sua Passione i tormenti della tua carne.
Abbi pietà della nostra debolezza, o Martire! Fa' che siamo almeno fedeli al nostro Salvatore
di fronte al demonio, alla carne e al mondo; che dedichiamo il nostro cuore al suo amore, se non siamo chiamati a offrire il nostro corpo in sacrificio per il suo Nome.
Scelto fin dai tuoi primi anni dal Salvatore per servire di modello al cristiano con l'innocenza della tua infanzia, hai conservato quel candore così prezioso anche sotto la canizie.
Chiedi a Cristo, il Re dei bambini, che quella semplicità alberghi sempre in noi come il frutto dei misteri che celebriamo.
Successore di Pietro in Antiochia, prega per le Chiese del tuo Patriarcato. Riconducile alla vera fede e all'unità cattolica.
Sostieni la Chiesa Romana che hai irrorata del tuo sangue, e che è rientrata in possesso delle tue reliquie.
Veglia sul mantenimento della disciplina e della gerarchia ecclesiastica, di cui hai tracciato così splendide norme nelle tue Epistole.
Stringi, mediante il sentimento del dovere e della carità, i legami che debbono unire tutti i gradi della gerarchia, affinché la Chiesa di Dio sia bella nella sua unità e terribile per i nemici di Dio come un esercito schierato in campo. Sant'Ignazio di Antioca, prega per noi!
Signore onnipotente ed eterno, che nel sacrificio dei martiri edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, fa' che la gloriosa passione che meritò a sant'Ignazio una corona immortale, ci renda sempre forti nella fede. Amen.
Tutta Roma, seduta sui gradini del superbo anfiteatro, applaudiva al laceramento delle tue membra; ma mentre le tue ossa erano frantumate sotto i denti dei leoni, la tua anima, felice di rendere a Cristo vita per vita, s'innalzava d'un tratto fino a Lui.
Il tuo supremo desiderio fu di soffrire, perché la sofferenza ti sembrava un debito contratto verso il Crocifisso, e desideravi il suo Regno solo dopo aver dato in cambio della sua Passione i tormenti della tua carne.
Abbi pietà della nostra debolezza, o Martire! Fa' che siamo almeno fedeli al nostro Salvatore
di fronte al demonio, alla carne e al mondo; che dedichiamo il nostro cuore al suo amore, se non siamo chiamati a offrire il nostro corpo in sacrificio per il suo Nome.
Scelto fin dai tuoi primi anni dal Salvatore per servire di modello al cristiano con l'innocenza della tua infanzia, hai conservato quel candore così prezioso anche sotto la canizie.
Chiedi a Cristo, il Re dei bambini, che quella semplicità alberghi sempre in noi come il frutto dei misteri che celebriamo.
Successore di Pietro in Antiochia, prega per le Chiese del tuo Patriarcato. Riconducile alla vera fede e all'unità cattolica.
Sostieni la Chiesa Romana che hai irrorata del tuo sangue, e che è rientrata in possesso delle tue reliquie.
Veglia sul mantenimento della disciplina e della gerarchia ecclesiastica, di cui hai tracciato così splendide norme nelle tue Epistole.
Stringi, mediante il sentimento del dovere e della carità, i legami che debbono unire tutti i gradi della gerarchia, affinché la Chiesa di Dio sia bella nella sua unità e terribile per i nemici di Dio come un esercito schierato in campo. Sant'Ignazio di Antioca, prega per noi!
Signore onnipotente ed eterno, che nel sacrificio dei martiri edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, fa' che la gloriosa passione che meritò a sant'Ignazio una corona immortale, ci renda sempre forti nella fede. Amen.