"Maestra di perfezione alle altre, più con l’esempio che con la parola, fu di un’umiltà così sincera e profonda che, dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva". San Girolamo
Nobildonna vissuta nel IV secolo
La vita di questa santa ci è nota solo attraverso gli scritti di san
Girolamo, che ne parla in una lettera alla gentildonna Marcella,
animatrice di una comunità femminile di tipo quasi monastico nella sua
residenza sull'Aventino. Anche Lea è di famiglia nobile: rimasta vedova
in giovane età, pareva che dovesse poi sposare un personaggio illustre,
Vezzio Agorio Pretestato, chiamato ad assumere la dignità di console.
Lea "maestra di perfezione"
Lea, però, non volle accettare il destino
che era stato deciso per lei, ed entrò nella comunità di Marcella, in
cui si conduceva una vita casta e povera all'insegna dello studio delle
Sacre Scritture e della preghiera. Girolamo ha definito Lea "maestra di perfezione alle altre più con l’esempio che con la parola", e che fu di un’umiltà così sincera e profonda che, "dopo essere stata gran dama con molta servitù ai suoi ordini, si considerò poi come una serva".
Tratto caratteristico di Lea era il parlare poco e agire
molto.
Lo capì presto anche la stessa creatrice dell'ordine di cui Lea
era entrata a far parte, la quale iniziò a nutrire per la futura santa
una fiducia totale, cieca. La stima che Marcella ebbe nei confronti
della discepola arrivò a toccare un punto così alto che la nobildonna le
affidò il compito non facile di formare le giovani del convento nella
pratica della carità silenziosa e nascosta agli occhi della gente e
nella vita di fede. Anche alla luce di questa nuova mansione, Girolamo
scriveva che sarebbe stato difficile, dopo che Lea aveva "mutato le vesti delicate nel ruvido sacco"
e mangiava insieme ai poveri che aiutava, riconoscere in quella donna
così umile e devota l’aristocratica che era stata un tempo.
Preghiera a Santa Lea
Santa Lea, sii nostra maestra, insegna anche a noi a seguire la Parola come lo facesti tu, in silenzio e con le opere. Insegnaci ad essere umili servi dei più poveri e degli ammalati, con amore e fedeltà per piacere al nostro Signore. Amen.