Patronato: Eremiti, Monaci, Canestrai
"Se ammirate la degnazione d'un imperatore, polvere come noi e che polvere tornerà, quanto più non dovete meravigliarvi che ci abbia scritto e parlato quel ch'è monarca eterno!"
In seguito Antonio si spostò verso il Mar Rosso sul monte Pispir dove esisteva una fortezza romana abbandonata, con una fonte di acqua. Era il 285 e rimase in questo luogo per 20 anni, nutrendosi solo con il pane che gli veniva calato due volte all'anno. In questo luogo egli proseguì la sua ricerca di totale purificazione, pur essendo aspramente tormentato, secondo la leggenda, dal demonio.
Visse i suoi ultimi anni nel deserto della Tebaide dove, pregando e coltivando un piccolo orto per il proprio sostentamento, morì, all'età di 105 anni, probabilmente nel 356. Venne sepolto dai suoi discepoli in un luogo segreto.
Nell'iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore. (Avvenire)
O trionfatore glorioso del demonio, indarno armato in multiformi maniere contro di Voi, Sant'Antonio abate, proseguite la vittoriosa opera vostra sull'inferno, congiurato ai nostri danni.
Da quei colpi funesti salvate le anime nostre, fortificandole nelle spirituali battaglie; ai nostri corpi impetrate costante la sanità; dilungate dagli armenti e dai campi ogni maligno influsso; e la vita presente, vostra mercè tranquilla per noi, ci sia saggio e apparecchio alla pace perfetta della vita eterna. Amen.
"Se ammirate la degnazione d'un imperatore, polvere come noi e che polvere tornerà, quanto più non dovete meravigliarvi che ci abbia scritto e parlato quel ch'è monarca eterno!"
Biografia
Sant'Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nacque a Coma, nel cuore dell'Egitto, intorno al 250, figlio di agiati agricoltori cristiani. Rimasto orfano prima dei
vent'anni, con un patrimonio da amministrare e una sorella minore cui
badare, sentì ben presto di dover seguire l'esortazione evangelica: "Se
vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi e dallo ai poveri". Così, distribuiti i beni ai poveri e affidata la sorella ad una comunità
femminile, seguì la vita solitaria che già altri anacoreti facevano nei
deserti attorno alla sua città, vivendo in preghiera, povertà e
castità.
Icona raffigurante sant'Antonio abate
Si
racconta che ebbe una visione in cui un eremita come lui riempiva la
giornata dividendo il tempo tra preghiera e l'intreccio di una corda. Da
questo dedusse che, oltre alla preghiera, ci si doveva dedicare a
un'attività concreta. Così ispirato condusse da solo una vita ritirata,
dove i frutti del suo lavoro gli servivano per procurarsi il cibo e per
fare carità. In questi primi anni fu molto tormentato da tentazioni
fortissime, dubbi lo assalivano sulla validità di questa vita solitaria.
Consultando altri eremiti venne esortato a perseverare. Lo
consigliarono di staccarsi ancora più radicalmente dal mondo. Allora,
coperto da un rude panno, si chiuse in una tomba scavata nella roccia
nei pressi del villaggio di Coma. In questo luogo sarebbe stato
aggredito e percosso dal demonio; senza sensi venne raccolto da persone
che si recavano alla tomba per portargli del cibo e fu trasportato nella
chiesa del villaggio, dove si rimise.In seguito Antonio si spostò verso il Mar Rosso sul monte Pispir dove esisteva una fortezza romana abbandonata, con una fonte di acqua. Era il 285 e rimase in questo luogo per 20 anni, nutrendosi solo con il pane che gli veniva calato due volte all'anno. In questo luogo egli proseguì la sua ricerca di totale purificazione, pur essendo aspramente tormentato, secondo la leggenda, dal demonio.
Fama di santità
Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l'Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. La sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant'Atanasio, che contribuì a farne conoscere l'esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitaggio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Conciliio di Nicea.Visse i suoi ultimi anni nel deserto della Tebaide dove, pregando e coltivando un piccolo orto per il proprio sostentamento, morì, all'età di 105 anni, probabilmente nel 356. Venne sepolto dai suoi discepoli in un luogo segreto.
Nell'iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore. (Avvenire)
Dai Pensieri di Sant'Antonio Abate
- Io non temo più Dio, lo amo. Perché l’amore caccia il timore"
- Verrà un tempo in gli uomini impazziranno, e al vedere uno che non sia pazzo, gli si avventeranno contro dicendo: "Tu sei pazzo!, a motivo della sua dissimiglianza da loro".
- Un tale chiese al padre Antonio: "Che debbo fare per piacere a Dio?". E l’anziano gli rispose: "Fa’ quello che ti comando: dovunque tu vada abbi sempre Dio davanti agli occhi; qualunque cosa tu faccia o dica, basati sulla testimonianza delle Sante Scritture; in qualsiasi luogo abiti, non andartene presto. Osserva questi tre precetti e sarai salvo".
- Il padre Pambone chiese al padre Antonio: "Che debbo fare?". L’anziano gli dice: "Non confidare nella tua giustizia, non darti cura di ciò che passa, e sii continente nella lingua e nel ventre".
- Come i pesci muoiono se restano all’asciutto, così i monaci che si attardano fuori della cella, o si trattengono tra i mondani, snervano il vigore dell’unione con Dio. Come dunque il pesce al mare, così noi dobbiamo correre alla cella; perché non accada che attardandoci fuori, dimentichiamo di custodire il di dentro.
- Chi siede nel deserto per custodire la quiete di Dio è liberato da tre guerre: quella dell’udire, quella del parlare, e quella del vedere: Gliene rimane una sola: quella del cuore.
- E’ dal prossimo che ci vengono la vita e la morte. Perché se guadagniamo il fratello, è Dio che guadagniamo; e se scandalizziamo il fratello, è contro Cristo che pecchiamo.
- Ho visto monaci dopo molte fatiche cadere e uscir di senno perché avevano confidato nella loro opera e trascurato quel precetto che dice: Interroga il padre tuo ed egli te lo annunzierà. (Dt 32, 7).
- Un giorno Antonio, fu preso da sconforto e diceva a Dio: "O Signore! Io voglio salvarmi, ma i miei pensieri me lo impediscono. Che posso fare nella mia afflizione?" Ora, sporgendosi un po’, Antonio vede un altro come lui, che sta seduto e lavora, poi interrompe il lavoro, si alza in piedi e prega, poi di nuovo si mette seduto a intrecciare corde, e poi ancora si alza e prega. Era un angelo del Signore, e gli disse: "Fa così e sarai salvo".
- Vidi le reti del maligno distese sulla terra e dissi gemendo: "Chi mi potrà scampare?" Udii una voce che mi disse: "L'umiltà."
- Un fratello disse al padre Antonio: "Prega per me". L’anziano gli dice: "Non posso io avere pietà di te, e neppure Dio, se non sei tu stesso ad impegnarti nel pregare Dio".
Dal Testamento di Sant’Antonio
Com’è scritto io prendo la via dei miei padri. Sento di essere chiamato dal Signore. Voi siate giudiziosi, e non perdete il frutto della vostra lunga ascesi secondo la volontà del Signore, ma, come se cominciaste adesso, cercate di custodire con ogni cura il vostro zelo. Conoscete i demoni insidiosi. Avete visto come sono feroci e insieme deboli. Non temeteli dunque, ma respirate sempre Cristo, e credete in lui, e vivete come se doveste morire ogni giorno, osservando voi stessi e ricordatevi le cose che vi ho consigliato. Cercate di unirvi sempre prima di tutto al Signore e poi ai santi, affinché dopo la vostra morte vi accolgano nei tabernacoli eterni. Seppellite il mio corpo e nessuno sappia in che luogo è stato messo. Nel giorno della resurrezione dei morti, io lo riceverò incorrotto dal Salvatore…per il resto vi dico addio, o figli. Antonio lascia questo mondo, e non sarà più con voi.
Preghiere a Sant'Antonio abate
Glorioso S. Antonio, come ci edifica e commuove il vostro esempio! Seguendo il consiglio del Vangelo, rinunciaste alle ricchezze e agli agi ritirandovi nel deserto. Poi, benché vecchio, con la sete del martirio in cuore, lasciaste la solitudine per convertire gli infedeli e rinforzare nella fede i cristiani vacillanti. Vi preghiamo di ottenerci lo zelo nella fede, l'amore alla Chiesa, e la perseveranza nel bene. Vorremmo chiedervi anche l'eroismo di osservare i consigli evangelici per essere associati con maggior merito alla vostra gloria in Cielo. O trionfatore glorioso del demonio, indarno armato in multiformi maniere contro di Voi, Sant'Antonio abate, proseguite la vittoriosa opera vostra sull'inferno, congiurato ai nostri danni.
Da quei colpi funesti salvate le anime nostre, fortificandole nelle spirituali battaglie; ai nostri corpi impetrate costante la sanità; dilungate dagli armenti e dai campi ogni maligno influsso; e la vita presente, vostra mercè tranquilla per noi, ci sia saggio e apparecchio alla pace perfetta della vita eterna. Amen.