« Tacete, o parlate di Dio, poiché quale cosa in questo mondo è tanto degna da doverne parlare? » (Santa Scolastica)
Secondo quanto riporta san Gregorio Magno (anche lui della gens Anicia) nel secondo libro dei Dialoghi, all'età di dodici anni fu mandata a Roma assieme al fratello per compiere gli studi classici, ma entrambi restarono profondamente turbati per la vita dissoluta che vi si conduceva. Benedetto per primo decise di ritirarsi in eremitaggio.
I due fratelli si incontravano una volta all'anno in una casa a metà strada tra i due monasteri, divenuta poi oggetto di culto per molto tempo. Gregorio racconta che nell'ultimo di questi incontri, avvenuto il 6 febbraio 547, poco prima della sua morte, Scolastica chiese al fratello di protrarre il colloquio spirituale fino al mattino seguente, ma Benedetto si oppose per non infrangere la regola. Allora Scolastica implorò il Signore di non far partire il fratello e scoppiò in un pianto dirotto: subito dopo scoppiò un inaspettato e violento temporale che costrinse Benedetto, che vi riconobbe un miracolo, a rimanere con lei conversando tutta la notte. Gregorio conclude la narrazione dell'episodio affermando: «Poté di più, colei che più amò».
Ancora Gregorio narra che Benedetto ebbe notizia della morte della sorella, avvenuta tre giorni dopo il loro ultimo incontro, "da un segno divino": vide l'anima della sorella salire in Cielo sotto forma di una bianca colomba. La seppellì nella tomba dove anch'egli fu sepolto, poco più tardi: «come la mente loro sempre era stata unita in Dio, nel medesimo modo li corpi furono congiunti in uno stesso sepolcro».
Preghiera per l'ordine monastico
Santa Scolastica, ricordati dell'albero sotto i cui rami si rifugiò la tua vita. Il chiostro benedettino t'invoca non solo come la sorella, ma anche come la figlia del suo augusto Patriarca. Dall'alto dei cieli contempla i resti dell'albero, un tempo sì vigoroso e fecondo, all'ombra dei quale le nazioni dell'Occidente si riposarono per lunghi secoli. In ogni parte la scure distruggitrice dell'empietà si divertì a colpire: rami e le radici. Ovunque sono rovine, che coprono il suolo dell'Europa intera. Ciò nonostante, sappiamo ch'esso dovrà rivivere e che germoglierà di nuovi rami, perché il Signore ha voluto legare la sorte di questo antico albero agli stessi destini della Chiesa. Prega, affinché riviva in esso la prima linfa, proteggi con materne cure le tenere gemme che produce; difendile dalle tempeste, benedicile e rendile degne della fiducia che in esse ripone la Chiesa.
Forse sorella gemella di Benedetto da Norcia
Scolastica nacque a Norcia verso il 480; il padre, Eutropio Anicio, discendente dall'antica famiglia senatoriale romana degli Anicii, era Capitano Generale dei romani nella regione di Norcia, mentre la madre, Claudia Abondantia Reguardati, contessa di Norcia, morì subito dopo aver partorito i due gemelli. Il padre, che aveva dedicato grandi cure ai due bambini, fece voto di destinarla alla vita monastica.Secondo quanto riporta san Gregorio Magno (anche lui della gens Anicia) nel secondo libro dei Dialoghi, all'età di dodici anni fu mandata a Roma assieme al fratello per compiere gli studi classici, ma entrambi restarono profondamente turbati per la vita dissoluta che vi si conduceva. Benedetto per primo decise di ritirarsi in eremitaggio.
Vita religiosa
Scolastica, rimasta unica erede del ragguardevole patrimonio della famiglia, rifiutando ogni attaccamento ai beni terreni, chiese al padre di potersi dedicare alla vita religiosa entrando in un monastero vicino a Norcia. Il padre, pur soffrendo per la separazione dalla figlia, ricordandosi del voto fatto, accettò la sua decisione. Qualche anno dopo seguì il fratello a Subiaco e quando Benedetto fondò l'abbazia di Montecassino, volle seguirlo e ai piedi di Montecassino, a circa 7 km a sud dell'abbazia, fondò il monastero di Piumarola, dove assieme alle consorelle seguì la regola di San Benedetto dando origine al ramo femminile dell'Ordine Benedettino.
Regola del silenzio
Una delle maggiori raccomandazioni di Scolastica era di osservare la regola del silenzio, e di evitare soprattutto la conversazione con persone estranee al monastero, anche se si dovesse trattare di persone devote che andavano a visitarle. Ella diceva: « Tacete, o parlate di Dio, poiché quale cosa in questo mondo è tanto degna da doverne parlare? »
Alcune vicende narrate da san Gregorio Magno
Della sua vita si conoscono solo poche vicende agiografiche narrate nel secondo Libro dei Dialoghi di san Gregorio Magno, che però propongono soprattutto aneddoti ed esempi di santità prevalentemente in riferimento al fratello di santa Scolastica, definito una icona del monachesimo occidentale.I due fratelli si incontravano una volta all'anno in una casa a metà strada tra i due monasteri, divenuta poi oggetto di culto per molto tempo. Gregorio racconta che nell'ultimo di questi incontri, avvenuto il 6 febbraio 547, poco prima della sua morte, Scolastica chiese al fratello di protrarre il colloquio spirituale fino al mattino seguente, ma Benedetto si oppose per non infrangere la regola. Allora Scolastica implorò il Signore di non far partire il fratello e scoppiò in un pianto dirotto: subito dopo scoppiò un inaspettato e violento temporale che costrinse Benedetto, che vi riconobbe un miracolo, a rimanere con lei conversando tutta la notte. Gregorio conclude la narrazione dell'episodio affermando: «Poté di più, colei che più amò».
Ancora Gregorio narra che Benedetto ebbe notizia della morte della sorella, avvenuta tre giorni dopo il loro ultimo incontro, "da un segno divino": vide l'anima della sorella salire in Cielo sotto forma di una bianca colomba. La seppellì nella tomba dove anch'egli fu sepolto, poco più tardi: «come la mente loro sempre era stata unita in Dio, nel medesimo modo li corpi furono congiunti in uno stesso sepolcro».
Ho pregato il mio Signore e lui mi ha ascoltato.
Preghiere a Santa Scolastica
Oh Santa Vergine Scolastica, nel lasciare questa terra non dimenticarci! Le anime nostre sono destinate a seguirti, sebbene sian prive del medesimo incanto agli occhi del Signore. Meno fortunate della tua, esse dovranno purificarsi per lungo tempo prima d'essere ammesse nel soggiorno ove contempleranno la tua beatitudine. La tua preghiera obbligò le nubi del cielo a piovere sulla terra: ch'essa ci ottenga le lacrime della penitenza. Le tue delizie consistevano nella conversazione intorno alle cose eterne: rimuovi le nostri futili e nocive: facci gustare quelle nelle quali le anime nostre aspirano ad unirsi a Dio. Tu trovasti il segreto di quella fraterna carità, il cui sentimento è un profumo di virtù che allieta il cuore di Dio: apri i nostri cuori all'amore verso i fratelli; elimina la loro freddezza e indifferenza, onde possiamo scambievolmente amarci come Dio vuole che ci amiamo.Preghiera per l'ordine monastico
Santa Scolastica, ricordati dell'albero sotto i cui rami si rifugiò la tua vita. Il chiostro benedettino t'invoca non solo come la sorella, ma anche come la figlia del suo augusto Patriarca. Dall'alto dei cieli contempla i resti dell'albero, un tempo sì vigoroso e fecondo, all'ombra dei quale le nazioni dell'Occidente si riposarono per lunghi secoli. In ogni parte la scure distruggitrice dell'empietà si divertì a colpire: rami e le radici. Ovunque sono rovine, che coprono il suolo dell'Europa intera. Ciò nonostante, sappiamo ch'esso dovrà rivivere e che germoglierà di nuovi rami, perché il Signore ha voluto legare la sorte di questo antico albero agli stessi destini della Chiesa. Prega, affinché riviva in esso la prima linfa, proteggi con materne cure le tenere gemme che produce; difendile dalle tempeste, benedicile e rendile degne della fiducia che in esse ripone la Chiesa.