13 aprile

San Martino I Papa e martire

Il Signore avrà cura del mio povero corpo come crederà. Perché mi debbo inquietare? Il Signore è vicino e io confido nella sua misericordia...

Biografia
Originario di Todi, Martino fu prete a Roma e in seguito apocrisario, cioè legato pontificio alla corte imperiale di Costantinopoli. Fu una buona preparazione per il futuro papa. All'epoca il dibattito teologico mirava a stabilire se Gesù aveva una o due volontà. In sintesi si riproponeva la domanda sulle due nature già affrontata al Concilio di Calcedonia. I padri conciliari avevano stabilito che Gesù aveva due nature per poter salvare pienamente l'uomo. Al contrario alcuni teologi bizantini, con il sostegno dell'imperatore e per fini politici, continuavano a presentare formule di compromesso.

Eletto Papa nel 649, Martino dovette presto affrontare la questione. Egli indisse un grande sinodo a Roma cui parteciparono alcuni teologi greci dissidenti, tra i quali Massimo poi chiamato il Confessore. Con il suo aiuto il sinodo romano stabilì che l'economia della salvezza si fonda sull'incarnazione del Logos divino. La negazione della realtà e della completezza della volontà umana del Cristo renderebbe impossibile la piena redenzione dell'uomo.

Furente, l'imperatore Costante II inviò in Italia l'esarca Olimpio con l'ordine di condurre prigioniero il Papa in Oriente. Olimpio si ribellò, si autoproclamò signore d'Italia e per tre anni governò sulla penisola. In questo periodo Martino poté svolgere il suo ministero in libertà. Poi, però, Olimpio cadde in battaglia e Costante inviò un nuovo emissario che prese prigioniero il Papa e lo portò a Costantinopoli. Condannato, Martino venne condotto prigioniero a Cherson, nella penisola di Crimea, dove morì nel 655, presto venerato in Oriente e in Occidente come martire della fede.

Preghiera a San Martino I
O San Martino primo, nella gloria del Cielo in cui sei, prega per tutti coloro che soffrono persecuzioni per la giustizia e la verità. Molti oggi, come te, provano l'esilio, le prigioni e i più duri tormenti.
 A quelli che particolarmente soffrono nel sapersi per sempre perduti per i loro parenti, come se già avessero lasciato questo mondo, ottieni grazie di rassegnazione e di pace, ricordando loro le parole che tu scrivesti: "Il Signore avrà cura del mio povero corpo come crederà. Perché mi debbo inquietare?
Il Signore è vicino e io confido nella sua misericordia... "

Integrità della fede
Con la Liturgia greca, o Pontefice santo, ti salutiamo come "la guida più illustre della dottrina ortodossa, l'infallibile e santo sostenitore dei dogmi divini, il vindice della verità contro l'errore. Ti riconosciamo come la colonna della fede ortodossa e il maestro della teologia; ti benediciamo per aver con la tua persona ornato il trono di Pietro e per aver conservato la Chiesa salda sulla roccia divina di Pietro e per aver conseguito la gloria eterna".
Tu che tanto hai sofferto nell'Oriente, ora separato da Roma da uno scisma funesto, degnati pregare per i nostri fratelli che ancora oggi affermano solennemente questo Primato del Pontefice romano, onde mettano la loro fede, la loro condotta in relazione a queste parole della loro antica liturgia.

Fiducia nella prova
Nella gloria del cielo in cui sei, prega per tutti coloro che soffrono persecuzioni per la giustizia e la verità. Molti oggi, come te, provano l'esilio, le prigioni e i più duri tormenti. A quelli che particolarmente soffrono nel sapersi per sempre perduti per i loro parenti, come se già avessero lasciato questo mondo, ottieni grazie di rassegnazione e di pace, ricordando loro le parole che tu scrivesti: "Il Signore avrà cura del mio povero corpo come crederà. Perché mi debbo inquietare? Il Signore è vicino e io confido nella sua misericordia... ".