Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l'esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie e peregrine. (Eb 13, 7-9a)
Arcidiacono (430), consigliere di Celestino I e di Sisto III, inviato da Valentino a pacificare le Gallie, venne eletto papa nel 440 circa. Fu un papa energico, avversò le sopravvivenze del paganesimo; combatté manichei e priscillanisti. Intervenne d’autorità nella polemica cristologica che infiammava l’Oriente, convocando il concilio ecumenico di Calcedonia, nel quale si proclamava l’esistenza in Cristo di due nature, nell’unica persona del Verbo.
Nel 452 fu designato dal debole imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila. I particolari della missione furono oscuri: è solo che il re degli Unni, dopo l’incontro con la delegazione abbandonò l’Italia.
Quando Genserico nel 455 entrò in Roma, Leone ottenne dai Vandali il rispetto della vita degli abitanti, ma non poté impedire l’atroce saccheggio dell’Urbe. Dotato di un alto concetto del pontificato romano, fece rispettare ovunque la primazia del vescovo di Roma. Compose anche preghiere contenute nel “Sacramentario Veronese”. Benedetto XIV, nel 1754 lo proclamò dottore della Chiesa, E’ il primo papa che ebbe il titolo di Magno (Grande).
Pensieri di San Leone Magno
- Non ti arrendere mai, neanche quando la fatica si fa sentire, neanche quando il tuo piede inciampa, neanche quando i tuoi occhi bruciano, neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati, neanche quando la delusione ti avvilisce, neanche quando l'errore ti scoraggia, neanche quando il tradimento ti ferisce, neanche quando il successo ti abbandona, neanche quando l'ingratitudine ti sgomenta, neanche quando l'incomprensione ti circonda, neanche quando la noia ti atterra, neanche quando tutto ha l'aria del niente, neanche quando il peso del peccato ti schiaccia... Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi... e ricomincia!
- Ciò che la bontà di Dio ci ha dato, noi lo ricambieremo a coloro che ci hanno offeso. Siano dunque le ingiustizie gettate nell'oblio, gli sbagli non conoscano ormai punizione, e tutte le offese siano liberate del timore della vendetta!
- Così quando noi diremo, secondo l'insegnamento del Signore: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, non dubiteremo d'ottenere il perdono di Dio.
- Tutta la saggezza della vita cristiana, non consiste nelle molte chiacchiere, non nelle dispute sottili e neppure nella brama di lode e gloria...ma nell'umiltà vera, voluta, che il Signore Gesù Cristo scelse, dal grembo della Madre fino al supplizio della croce, preferendola ad ogni prestigio, e che a noi insegnò. Quando infatti i suoi discepoli discutevano fra di loro chi fosse maggiore nel Regno dei Cieli, Egli chiamò un fanciullo, e lo pose in mezzo ad essi e disse: In verità vi dico, se non vi convergete e non diverrete come fanciulli non entrerete nel Regno dei Cieli.
- Colui dunque che si renderà piccolo come questo fanciullo, sarà il più grande nel Regno dei Cieli.Cristo ama la fanciullezza, che all'inizio accettò nell'anima e nel corpo. Cristo ama la fanciullezza, maestra d'umiltà, norma d'innocenza, modello di mansuetudine. Cristo ama la fanciullezza, verso la quale orienta il comportamento degli adulti e che fa abbracciare agli uomini nella loro tarda età.
- Sul suo stesso esempio, Egli umilia coloro che poi innalza al Regno Eterno.
- A nessuno, anche se debole e inerme, è negata la vittoria della croce, e non v'è uomo al quale non rechi soccorso la mediazione di Cristo. Se giovò a molti che infierivano contro di lui, quanto maggiore beneficio apporterà a coloro che a lui si rivolgono!
- Tre cose rientrano nelle pratiche religiose: la preghiera, il digiuno e l'elemosina.
- Infatti, con la preghiera si cerca di rendere propizio Dio; con il digiuno si estingue la concupiscenza della carne; con le elemosine si redimono i peccati; e simultaneamente in tutto ciò viene rinnovata in noi l'immagine di Dio, se siamo sempre pronti alla sua lode, se siamo solleciti di purificarci incessantemente, se ci dedichiamo senza esitazioni a sostentare il prossimo. Questa triplice pratica ha in sé gli effetti di tutte le virtù.
- E’ essa che fa giungere all’ immagine e somiglianza di Dio e rende inseparabili dallo Spirito santo.
- Con le preghiere resta integra la fede, con i digiuni la vita si conserva innocente, con le elemosine diventa benigna la mente. Dai «Discorsi» di san Leone Magno
- Tutta la Chiesa di Dio è ordinata in gradi gerarchici distinti, in modo che l'intero sacro corpo sia formato da membra diverse. Ma, come dice l'Apostolo, tutti noi siamo uno in Cristo (cfr. Gal 3, 28). La divisione degli uffici non è tale da impedire che ogni parte, per quanto piccola, sia collegata con il capo. Per l'unità della fede e del battesimo c'è dunque fra noi, o carissimi, una comunione indissolubile sulla base di una comune dignità. Lo afferma l'apostolo Pietro: «Anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo» (1 Pt 2, 5), e più avanti: «Ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdote regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato» (1 Pt 2, 9).
- Tutti quelli che sono rinati in Cristo conseguono dignità regale per il segno della croce. Con l'unzione dello Spirito Santo poi sono consacrati sacerdoti. Non c'è quindi solo quel servizio specifico proprio del nostro ministero, perché tutti i cristiani sono rivestiti di un carisma spirituale e soprannaturale, che li rende partecipi della stirpe regale e dell'ufficio sacerdotale. Non è forse funzione regale il fatto che un'anima, sottomessa a Dio, governi il suo corpo? Non è forse funzione sacerdotale consacrare al Signore una coscienza pura e offrirgli sull'altare del cuore i sacrifici immacolati del nostro culto? Per grazia di Dio queste funzioni sono comuni a tutti. Ma da parte vostra è cosa santa e lodevole che vi rallegriate per il giorno della nostra elezione come di un vostro onore personale. Così tutto il corpo della Chiesa riconosce che il carattere sacro della dignità pontificia è unico. Mediante l'unzione santificatrice, esso rifluisce certamente con maggiore abbondanza nei gradi più alti della gerarchia, ma discende anche in considerevole misura in quelli più bassi.
- La comunione di tutti con questa nostra Sede è, quindi, o carissimi, il grande motivo della letizia. Ma gioia più genuina e più alta sarà per noi se non vi fermerete a considerare la nostra povera persona, ma piuttosto la gloria del beato Pietro apostolo.
- Si celebri dunque in questo giorno venerando soprattutto colui che si trovò vicino alla sorgente stessa dei carismi e da essa ne fu riempito e come sommerso. Ecco perché molte prerogative erano esclusive della sua persona e, d'altro canto, niente è stato trasmesso ai successori che non si trovasse già in lui.
- Allora il Verbo fatto uomo abitava già in mezzo a noi. Cristo aveva già dato tutto se stesso per la redenzione del genere umano.
Preghiere a San Leone Magno
O Dio, il tuo divino Figlio si umiliò per amarci e servirci.Noi non potremo mai ripagare nella misura adeguata ciò che Egli ha fatto per noi. Ti chiediamo di concederci la gioia di servirti umilmente e di essere seguaci e imitatori suoi, per lo stesso Cristo, nostro Signore, Amen.
O Dio, che non permetti alle potenze del male di prevalere contro la tua Chiesa, fondata sulla roccia di Pietro, per l'intercessione del papa san Leone Magno fa' che resti salda nella tua verità e proceda sicura nella pace. Per il nostro Signore. Amen.
Vangelo