30 marzo

San Leonardo Murialdo Sacerdote

“Quanto sono riconoscente a Dio di avermi fatto nascere in Italia, a Torino, nella città del Santo Sacramento, della Consolata, nella città di tante opere benefiche ... Quanto ti amo mia Torino”.

La giovinezza
Leonardo Murialdo nasce a Torino nel 1828, nella centrale via Garibaldi da una agiata famiglia: il padre Leonardo è agente di cambio. Resta presto orfano di padre (1833) e per questo è mandato nel 1836 in collegio a Savona dagli Scolopi. Dopo un periodo di sbandamento giovanile ritorna a Torino ed intraprende gli studi di filosofia e teologia, diventando sacerdote nel 1851.

Il sacerdozio
Da sacerdote il suo primo campo di azione sono gli oratori (anche in collaborazione con San Giovanni Bosco) e le iniziative in favore della gioventù della periferia torinese, carcerati, giovani lavoratori, ragazzi di strada e altri giovani in difficoltà.
Tra le iniziative a favore dei giovani studenti ed operai Murialdo promuove l'apertura di una casa-famiglia per ospitare coloro che non hanno la possibilità di pagarsi una camera in albergo. Fonda inoltre la colonia agricola di Rivoli, per la formazione cristiana e professionale dei giovani agricoltori.
Lavora in un'epoca segnata da forti contrasti sociali, creati dall'industrializzazione nascente e dovuti al disagio delle classi sociali più povere, soprattutto dei giovani.

Il collegio Artigianelli e la Congregazione di San Giuseppe
Nel 1866 diventa rettore del Collegio Artigianelli di Torino, un'istituzione religiosa per l'assistenza di ragazzi poveri ed abbandonati. Tra gravi difficoltà economiche, sarà questa la sua principale attività fino alla morte.

Nel 1873 fonda la Congregazione di San Giuseppe per dare continuità alla sua azione sociale ed educativa. Il fine della congregazione è l'educazione della gioventù, specialmente di quella povera ed abbandonata. Collabora a molte iniziative in campo sociale in difesa dei giovani, degli operai e dei più poveri.

Muore nel capoluogo piemontese, colpito dalla polmonite, il 30 marzo 1900. Viene beatificato da Paolo VI nel 1963 e canonizzato nel 1970.

Pensieri di san Leonardo Murialdo
Dio è Amore
  • Dio è il tutto, noi il niente. Dio è luce, noi le tenebre; eppure ci ama, d’immenso amore.
  • Dio ci ama non perché noi siamo buoni, ma perché lui è buono.
  • Dio è tutto amore per noi. Egli ci ama ardentemente, anzi spasima d’amore. E questo non vi intenerisce? Ricordatelo: egli ci ama più di nostra madre, infinitamente di più.
  • Egli ci ama ci un amore che è uguale a lui stesso. Tutto ciò che c’è in Dio è Dio: grande, immenso, eterno, infinito come Dio. Dio mi ama dunque con un amore infinito.
  • L’amore di Dio è eterno in quanto Dio ha sempre amato l’uomo. Da quando egli ha amato se stesso, ha amato anche noi. Poiché è Dio da tutta l’eternità, egli ama l’uomo da tutta l’eternità. Il suo amore è eterno per la sua durata ed è infinito per la sua intensità.
  • Quale e quanto è l’amore con cui Dio si compiace di amare l’uomo? È un amore eterno; un amore infinito; perché è da tutta l’eternità che Dio ama l’uomo. Dio ci ama più di se stesso.
  • Accettiamo di gran cuore il dono di Dio: il dono di poterlo amare. Prendiamo la decisione di essere veri amanti, ma teneri amanti, generosi amanti.
  • Dobbiamo essere serafini d’amore: pensare con Gesù, amare Gesù, operare in Gesù e per Gesù.
  • Si pratica l’amore di Dio operando per Dio, non turbandoci se non c’è un risultato, godendo del lavoro e dei risultati degli altri e delle loro virtù.
Gesù Crocefisso
  • Gesù Crocefisso è un libro: il libro degli eletti. È il libro che insegna l’amore di Dio agli uomini e l’amore degli uomini a Dio. Noi studieremo questo libro e così conosceremo ed ameremo Gesù Cristo, Dio Crocefisso. Che cristiani siamo, se non conosciamo e non amiamo Cristo?.
  • Tu, Signore, hai amato me più di te, perché hai voluto morire per me.
  • Dio mio, tu sei ammirabile per la tua grandezza, ma ancora più per l’amore sommo, incomprensibile, infinito con cui mi ami.
Presepio e tabernacolo! 
  • Il presepio è il primo tabernacolo, il tabernacolo è il nuovo presepio: stesso Gesù Cristo, stesso Dio, re ed uomo. Il presepio-tabernacolo è la mirabile estensione dell’Incarnazione.
Che cosa è la semplicità? 
  • È vedere tutto alla luce di Dio e cercare di piacere a lui solo: è questa la semplicità interiore.
La Provvidenza
  • Procuriamo di avere un pieno abbandono e una immensa fiducia nella Provvidenza.
  • Dobbiamo fidarci di Dio, persuasi che egli avrà maggior cura di noi che noi stessi i stessi.
  • Lasciamo che faccia la Provvidenza: essa ci vede più di noi e fa tutto e sempre per il nostro bene.
Il tempo
  • La vita passa e se ne va, e si avvicina l’eternità. Facciamo perciò buon uso del nostro tempo: è più prezioso dell’oro. In un certo senso vale come Dio.
La volontà di Dio: Qui sta la perfezione.
  • Più che procurare la gloria di Dio, si cerchi di fare la volontà di Dio. Ricercare la volontà di Dio. Fare e soffrire ciò che Dio vuole, perché Dio lo vuole, come Dio vuole, quando Dio vuole.
  • Eccomi - dice Gesù - io vengo a fare la tua volontà!
  • Ecco, io sono la serva del Signore… Signore, che vuoi che io faccia?… Eccomi pronto, manda me!
  • Si deve cercare il bene che Dio vuole, non il più grande bene. La perfezione consiste nel fare il bene che Dio vuole, ma anche nel non fare il bene che Dio non vuole.
  • Se Dio vuole un ozio oscuro, questo è da preferirsi all’apostolato.
  • Quante volte vedo un bene da fare e sono obbligato a passargli accanto e andare avanti, senza fermarmi, perché Dio non vuole.
  • Noi non possiamo fare tutto il bene quaggiù. Occorre scegliere il bene che la Provvidenza ci invia, e lasciare ad altri la gioia di compiere quello che è stato loro preparato. Senza questa accettazione della volontà di Dio e volendo abbracciare troppo, si corre il rischio di riuscire male i in tutto.
  • La fede ti dice che tutto viene da Dio, e perciò tutto va bene. È Dio che lo permette e Dio non vuole né permette nessuna cosa al mondo se non è per il nostro maggior bene. Sempre e poi sempre sia fatta e in eterno sia lodata ed esaltata in tutti gli eventi la volontà di Dio. È sempre la più giusta, la più eccelsa e la più amabile.
  • Bisogna imparare a compiere i propri doveri non per abitudine, ma come voce di Dio. Fare tutto con spirito soprannaturale.
  • È nel fedele compimento dei doveri che consiste la santità più autentica e completa.
  • La volontà di Dio: l’unico, l’unicissimo nostro bene!
  • Ogni uomo, in ogni momento, ha un dovere da compiere per fare la volontà di Dio e questo basta per raggiungere la perfezione. L’obbedienza al momento presente è la strada diritta che l’anima deve percorrere sempre senza fermarsi né a destra né a sinistra.
  • Si cerchi di fare perfettamente quanto Dio vuole da noi al momento presente. Le aspirazioni, e i desideri di fare tanto ma altrove, fanno più male che bene.
  • È Dio che fa il bene! ma esige come condizione che noi lavoriamo, seminiamo, facciamo quanto possiamo; e poi che preghiamo e preghiamo...
  • Quattro utili ricordi: Gesù e Maria nel cuore; l’eternità nella mente; il mondo sotto i piedi; e la volontà di Dio in tutto.
La fede
  • La fede fa vedere Dio in tutto, anche nelle piccole cose. Essa ci dice che Dio ci ama, che egli non ci dimentica mai, che ci segue e dirige sempre.
  • Chi ha fede sa che tutto viene da Dio o che è permesso da Dio e Dio fa o permette tutto per il nostro bene, anche i mali, per attirarci al bene.
  • La fede ci fa vedere Dio in tutto, anche nelle piccole cose.
  • Bisogna pensare, giudicare tutto, e agire sempre secondo la fede.
Chi è san Giuseppe?
  • Un personaggio semplice, tranquillo, silenzioso, soprattutto oscuro; mai si trova una sua parola nel Vangelo. Maria umile gli presta la voce. Lascia questa terra senza che si sappia come e quando. Fu la Provvidenza di Gesù e di Maria. Lo è tuttora, per tutti i poveri. È provato che chi ricorre a lui incontrerà difficoltà ma farà sempre fronte agli impegni necessari.
  • San Giuseppe, amico del S. Cuore: dopo Maria, il più amante e il più amato dal Cuore di Gesù. Egli brilla agli occhi di Dio e degli Angeli in ragione della sua oscurità agli occhi degli uomini. Non solo è protettore ma anche modello ed esempio universale. Se tutti vivessero secondo i suoi principi!
  • La casa di san Giuseppe era un misterioso tabernacolo; le sue braccia, una pisside; il suo petto una patena su cui Gesù dormiva, ma vegliava per noi. Lavorava nella condizione sociale e nel mestiere umile in cui Dio lo aveva collocato, contento del suo stato!
  • San Giuseppe ci aiuta a capire che non è meno importante il bracciante che suda rispetto al re che regna sul trono e al ministro che governa i popoli, quando gli uni e gli altri adempiono i doveri imposti da Dio. Egli santifica e nobilita il lavoro indirizzandolo continuamente a Dio: il suo occhio è intento all’opera che compie la mano, ma il suo cuore è fisso e elevato incessantemente a Dio, di cui adempie i voleri.
  • San Giuseppe, ci guarda come figli, ci assiste in tutte le azioni, le dirige allo scopo propizio presso Gesù e Maria nella vita e nella morte.
Maria
  • Siamo devoti di Maria, perché corredentrice e Madre nostra. Imitiamola nella fede, nella purezza, nell’umiltà e nel sacrificio. Onoriamola e invochiamola di continuo, amando Gesù, il figlio suo.
  • Non temiamo di onorare troppo Maria: Dio ce ne ha dato l’esempio esaltandola come Madre di Dio.
  • Maria è la Madre di Dio: ecco un glorioso titolo che dobbiamo considerare in Maria, un’altissima dignità che dobbiamo fare oggetto delle nostre riflessioni, senza pensare di poter raggiungere il culmine di tanta altezza.
  • Maria è regina di misericordia, perché Ella è la dolce e la amorosissima nostra madre. Maria è la nostra madre, ma madre spirituale e garanzia di salvezza per le nostre anime.
  • Maria ci ama con l’amore ardente più tenace, più perfetto; l’amore materno che ella nutre verso di noi non è opera della natura ma della grazia. Essa dunque ci ama tanto: riamiamola altrettanto.
  • Gettiamoci nelle braccia di Maria!
  • Maria non si lascia vincere mai da noi in amore. Amiamola e saremo riamati. Sia ella dopo Gesù tutta la nostra speranza. In ogni bisogno temporale o spirituale alziamo gli occhi a Maria, invochiamo Maria.
  • Mettiamo tutto nelle mani di Maria nostra speranza e nostra avvocata: causa della nostra perseveranza, anzi della nostra santità, nelle sue mani non andrà perduta.
Che cos’è la devozione al S. Cuore? E in che consiste?
  • Essa non è altro che un grande, ardente amore a Gesù, e in particolare a Gesù Eucarestia. Un ardente amore che abbia i due caratteri di amore riconoscente e di amore riparatore.
  • La devozione al S. Cuore di Gesù è un amore speciale di riconoscenza e di riparazione all’amante Gesù, che diede tante prove di amore agli uomini.
  • L’oggetto principale e spirituale è l’amore di Gesù. Il fine è un vivo amore verso Gesù.
  • La devozione al S. Cuore è la regina delle devozioni, perché guarisce tutti i mali e dispensa tutti i beni. Guarisce tutti i mali spirituali: cioè le malattie dell’anima e le passioni!
  • Il Cuore di Gesù è la fonte delle grazie, e i nostri cuori sono i vasi spirituali, in cui si riversano queste grazie. Mentre le preghiere di Maria e di Giuseppe ne costituiscono i due canali conduttori.
  • Vogliamo diventare veramente santi, subito santi, gran santi? Diventiamo devoti del Cuore di Gesù.
  • Tre sono i principali ostacoli alla devozione verso il S. Cuore di Gesù: tiepidezza volontaria; amor proprio; segreto orgoglio.
  • Dall’amore verso Dio e verso il prossimo dobbiamo trarre i motivi e la forza per la nostra azione: senza la carità di Cristo, non vi può essere vero amore al povero, agli umili, al popolo, alla società
Poveri e abbandonati:
  • ecco i due requisiti essenziali perché un giovane sia uno dei nostri; e quanto più è povero e abbandonato, tanto più è dei nostri.
  • Non si deve essere troppo facili a stancarsi, a disanimarsi, a disperare. Non si deve dimenticare che raccogliendo ragazzi abbandonati dobbiamo aspettarci di trovarli in uno stato di ignoranza, di selvatichezza e con tutti quei vizi che genera uno stato di abbandono La loro miseria morale ci deve commuovere assai più che non quella materiale e, in luogo di indignarci o di farci perdere troppo presto la pazienza e la speranza, ci deve animare a lavorare più animosamente e con maggior commiserazione nei riguardi a questi infelici.
  • Poveri ed abbandonati! quant’è bella la missione di attendere all’educazione. Quant’è bella la missione di impegnarsi nell’educazione dei poveri! E come è più bella poi quella di cercare e di aiutare, di educare, di salvare per il tempo e per l’eternità i poveri abbandonati, abbandonati dal lato morale, oltreché dal lato materiale.
  • Occorre che i figli della luce, cioè i credenti, oppongano nuove armi morali agli avversari della fede, affrontandoli nel loro stesso campo, vale a dire nella ideologia, nelle scienze, nella critica e nella storia. In due parole: nella cultura contemporanea.
  • Riguardo ai nostri giovani, noi ci proponiamo di farne anzitutto degli onesti e saggi cittadini, e dei sinceri e convinti cristiani; e che ai doveri e alle doti di buoni cittadini sappiano unire quelli di valenti e istruiti artigiani.
  • Cari giovani, gli uomini attuali passeranno e succederete voi; se voi sarete fervidi cristiani e cattolici di cuore, di fede, di spirito, di opere, di azione, la nostra società e la nostra patria saranno salve!
  • Molti dicono di amare i poveri, gli operai, il popolo. Ma che fanno, che soffrono per loro? Senza la carità di Cristo non vi può essere vero amore al povero, agli umili, al popolo, alla società.
A bisogni nuovi occorrono opere nuove.
  • È tempo di battaglia. Oggi per difendere e salvare le anime, il clero, come sempre, deve possedere scienza, santità, carità, ma deve anche sapersi conquistare l’opinione pubblica.
  • Nelle nostre società cattoliche dobbiamo formare attivi militanti della Chiesa e del Papa, capaci di operare con quello spirito evangelico che è spirito di verità nella carità e nella pace.
  • La stampa è la più potente forza del secolo. Diffondete le buone pubblicazioni e salverete le anime dei vostri figli.
  • Alla preghiera, al sacrificio, alla protesta occorre unire l’azione e l’unione concorde dei cattolici e non abbandonare il terreno all’avversario nelle attività pubbliche e civili.
  • Se i laici cattolici possono agire, è loro dovere quello di agire!
  • Animiamoci tutti, animiamoci a far molto e soprattutto a far tutto bene.
Preghiera
  • Preghiamo, perché tutto viene da Dio: da noi non possiamo nulla, ma possiamo tutto in Dio.
  • Amate la preghiera che è la base di tutto. La tiepidezza comincia dalla tiepidezza nella preghiera.
  • La preghiera è come i nervi nel corpo umano: è l’anima e la forza dell’uomo. Si deve fare l’orazione vocale con affetto. L’orazione mentale con una tale meditazione che ecciti gli affetti; invece l’orazione pubblica consiste soprattutto nella partecipazione alla S. Messa.
La perfezione
  • La perfezione consiste più nelle piccole che nelle grandi cose.
  • Decidiamoci tutti a farci santi: non si tratta di fare miracoli; ma di fare tutto bene e di farlo per Dio.
  • La tiepidezza è pericolosa: è più facile convertirsi dalla freddezza ad una vita fervente che non passare dalla tiepidezza ad uno stato di fervore.
  • Non abbiamo che un cuore: se amo le creature non amo Dio. Dio merita assai di più, ma è invisibile e perciò non ci scuote. Per scuoterci ci vuole la meditazione.
  • Diamo a Dio tutto il cuore, ma tutto, non riserviamoci nulla per le sciocchezze di questo mondo per gli onori e i piaceri: riserviamoci quei piaceri che dà l’Amor di Dio quando è fervente e generoso.
Gesù Sacramentato è un centro d’amore.
  • Gesù Sacramentato è Dio con noi, è Dio insieme a noi.
  • Entro nel tuo tempio, o mio Dio! Che impressione di pace e di amore! Infatti qui tutto mi parla di amore, di quell’amore che hai avuto, che hai ancora per me, e di quell’amore che io ti devo.
  • Nel Sacramento dell’Eucarestia abbiamo lo stesso Dio che si è incarnato e che nacque a Betlemme, e per di più le meraviglie del suo amore. L’Eucarestia infatti è come uno specchio che riflette tutti i misteri di Betlemme, ma con un grado di perfezione più elevato.
Motto di San Leonardo Murialdo
Prendi lezioni dal passato ma vivi nel tuo tempo, ascolta e comprendi le voci dell’universo, della tua terra, della tua gente della tua città, della tua patria, le voci dei sofferenti, dei poveri e degli oppressi.
Compenetrati di tutto ciò che è bello buono, vero e santo.
Non si perde nulla a vivere generosamente nobilmente, amabilmente, nutrendo nell’animo la sincerità, la giustizia, il buon senso, la bontà.
Solo così imparerai a leggere i segni dei tempi e di Dio, e a sentire i richiami delle anime.

Preghiera a San Leonardo Murialdo
O San Leonardo Murialdo, apostolo ardente di carità insegnaci ad amare il Signore e a servirlo con generosità nel nostro prossimo. Tu sei stato mirabile esempio nella devozione al Cuore di Gesù, alla Vergine Immacolata e a S. Giuseppe: fa che possiamo imitarne le virtù per tutta la vita. Proteggi la Chiesa e rinnova in tutti noi la fede in Cristo e nel Suo Vicario. Noi ti preghiamo soprattutto per i Giovani. Difendili dalle insidie del male e dona loro il coraggio e la fedeltà per essere testimoni di Cristo nel Mondo. Continua ad essere l'antico dei poveri, degli orfani e dei lavoratori, da te prediletti, ed ottieni per noi le grazie, che tanto desideriamo. Amen.

Preghiera d'intercessione
O Signore buono e misericordioso, noi ti ringraziamo per la testimonianza evangelica di San Leonardo Murialdo: ti preghiamo di sostenerci nel seguire il suo esempio e di aiutarci nelle difficoltà della vita.Tu che lo hai dato ai giovani come amico, fratello e padre concedi a noi la grazia di continuare la sua missione nella Chiesa con umile carità e con fiducioso coraggio, perchè il mondo ti conosca e creda al tuo amore.
O san Leonardo Murialdo che hai creduto all’amore misericordioso di Dio per noi e l’hai testimoniato dando la tua vita per il bene dei giovani, aiutaci ad essere più vicini a Dio e in special modo ai fratelli.
Sii tu a fianco dei giovani perché sappiano scoprire e realizzare il progetto che Dio ha su di loro.
Sostienili nelle prove della vita, orientali nella ricerca del vero, ridà loro forza nella fede.
Animati dalla parola evangelica siano attivi nella carità per diffondere tra gli uomini gioia e speranza. Amen.

Preghiera d'intercessione
Nel ricordo di san Leonardo Murialdo supplichiamo con fiducia Dio nostro Padre perché conceda a noi e a tutti gli uomini la sua salvezza: Ascolta, Padre, la nostra preghiera.
  • Ricordati dei giovani poveri, orfani e abbandonati: sostieni l’Istituto fondato da san Leonardo Murialdo che svolge la sua missione per questi giovani più bisognosi.
  • Il tuo Figlio ha lavorato con san Giuseppe nella casa di Nazaret: benedici chi si guadagna il pane con il sudore della fronte.
  • Proteggi i cristiani impegnati nell’apostolato e nelle attività sociali: siano coraggiosi testimoni della tua verità.
  • Fa’ che giovani generosi seguano Cristo povero, casto e obbediente:perché il messaggio del Vangelo giunga ad ogni uomo.
  •  Apri le braccia della tua misericordia ai defunti che ci hanno fatto del bene: accoglili nella pace del tuo regno. Padre nostro.
Preghiamo
O Dio, fonte di ogni bene, in san Leonardo Murialdo hai dato agli orfani un padre e ai giovani lavoratori una guida: per sua intercessione concedi a noi di seguire i precetti del tuo amore nel servizio verso i nostri fratelli. Per il nostro Signore. Amen.