esù disse loro: « Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna ». (Mt 19, 29)
Sempre più attratto da una vita interamente donata al Signore bussò alla porta dei cappuccini a 29 anni, assai maturo dunque per l'epoca. Vestito il saio, per 34 anni svolse l'umile incarico di questuante e lo svolse con tenacia e pazienza; sempre percorrendo a piedi con ogni tempo, pioggia, freddo, caldo, chilometri e chilometri; chiedendo la carità in nome di s. Francesco, sempre con le stesse parole, ricevendo l’offerta per i bisogni del convento e per la carità francescana, ma anche offese, ingiurie e prese in giro, da chi vedeva nel questuante un fannullone e un buono a nulla..
Dopo i primi tempi, fra Nicola da Gesturi non chiese più nulla, perché i cagliaritani avevano compreso che quel silenzioso umile frate era una persona eccezionale e le offerte in denaro o in natura, venivano date spontaneamente.
Man mano che gli anni passavano la sua figura divenne sempre più popolare per Cagliari e paesi vicini; molti lo avvicinavano per chiedere consigli, domandavano preghiere, lo invitavano ad entrare in casa e negli ospedali, per dare conforto agli ammalati; si verificarono guarigioni improvvise e aumentò così la sua fama.
Era diventato l’amico e il confidente di tutti e fermato in continuazione, per cui non riusciva più a coprire l’intero territorio, che di solito prima percorreva in un giorno.
La sua era diventata ormai una “presenza” indispensabile; ascoltava tutti ma i privilegiati erano i poveri che visitava anche nelle loro misere case.
Tolta la clausura al convento, furono accolti sfollati e persone rimaste sole, curate e sfamate e frate Nicola da Gesturi si faceva in quattro per aiutare e consolare tutti.
Ma la sua benemerita opera non fu circoscritta al convento, andò a soccorrere la folla di miserabili e cenciosi che si erano rifugiati nelle tante grotte sparse per la città; come dopo ogni bombardamento egli accorreva sui luoghi disastrati per portare aiuto ai feriti, consolare i danneggiati, seppellire i morti, per i cittadini di Cagliari egli assunse la figura silenziosa di una visione.
Il silenzio fu la sua costante caratteristica, sia quando riceveva che quando dava, l’interrompeva soltanto per ricordare la volontà di Dio. Il 1° giugno 1958, stremato nel fisico, si presentò al Padre Guardiano e gli disse: “Padre non ne posso più” e chiese di essere esonerato dalla questua.
Il Superiore intuì subito che frate Nicola si avvicinava alla fine; il giorno dopo fu ricoverato in clinica e operato d’urgenza.
Ma tutto fu inutile, dopo quattro giorni, dopo aver ricevuto l’unzione degli infermi e il Viatico, si spense serenamente l’8 giugno 1958 a 76 anni.
La fama della sua santità era grande e i funerali videro l’imponente partecipazione del popolo; decine di migliaia di persone di ogni ceto sociale, resero omaggio alla sua salma e i funerali del giorno 10 furono un’apoteosi.
Dal 1966 al 1971 si ebbe il primo processo per la sua beatificazione avvenuta nel 1999; il 6 giugno 1980 i suoi resti furono traslati e tumulati nella Cappella dell’Immacolata della Chiesa di S. Antonio del Convento dei Cappuccini a Cagliari. La sua celebrazione liturgica è l’8 giugno.
L'umile figura di un questuante.
Elevato alla gloria degli altari da Giovanni Paolo II. E' la storia di fra' Nicola da Gesturi, al secolo Giovanni Medda (1882-1958), che consumò tutta la sua vita tra il paese natale (Gesturi, appunto, nell'arcidiocesi di Oristano) e il convento di Cagliari. La sua fu quella che oggi definiremmo una vocazione «adulta»: rimasto orfano giovanissimo, aveva vissuto in maniera molto semplice, lavorando da contadino. A 14 anni, Giovanni Medda ricevette la Prima
Comunione e da allora prese a vivere tutto teso verso la virtù e la
santificazione.Sempre più attratto da una vita interamente donata al Signore bussò alla porta dei cappuccini a 29 anni, assai maturo dunque per l'epoca. Vestito il saio, per 34 anni svolse l'umile incarico di questuante e lo svolse con tenacia e pazienza; sempre percorrendo a piedi con ogni tempo, pioggia, freddo, caldo, chilometri e chilometri; chiedendo la carità in nome di s. Francesco, sempre con le stesse parole, ricevendo l’offerta per i bisogni del convento e per la carità francescana, ma anche offese, ingiurie e prese in giro, da chi vedeva nel questuante un fannullone e un buono a nulla..
Dopo i primi tempi, fra Nicola da Gesturi non chiese più nulla, perché i cagliaritani avevano compreso che quel silenzioso umile frate era una persona eccezionale e le offerte in denaro o in natura, venivano date spontaneamente.
Man mano che gli anni passavano la sua figura divenne sempre più popolare per Cagliari e paesi vicini; molti lo avvicinavano per chiedere consigli, domandavano preghiere, lo invitavano ad entrare in casa e negli ospedali, per dare conforto agli ammalati; si verificarono guarigioni improvvise e aumentò così la sua fama.
Era diventato l’amico e il confidente di tutti e fermato in continuazione, per cui non riusciva più a coprire l’intero territorio, che di solito prima percorreva in un giorno.
La sua era diventata ormai una “presenza” indispensabile; ascoltava tutti ma i privilegiati erano i poveri che visitava anche nelle loro misere case.
Esempio di virtù e di bontà
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la città di Cagliari divenne una delle più bombardate d’Italia, tutti quelli che potevano se ne allontanavano, anche i frati del convento di S. Antonio furono trasferiti altrove, meno quattro fra i quali il Superiore e frate Nicola che non volle allontanarsi.Tolta la clausura al convento, furono accolti sfollati e persone rimaste sole, curate e sfamate e frate Nicola da Gesturi si faceva in quattro per aiutare e consolare tutti.
Ma la sua benemerita opera non fu circoscritta al convento, andò a soccorrere la folla di miserabili e cenciosi che si erano rifugiati nelle tante grotte sparse per la città; come dopo ogni bombardamento egli accorreva sui luoghi disastrati per portare aiuto ai feriti, consolare i danneggiati, seppellire i morti, per i cittadini di Cagliari egli assunse la figura silenziosa di una visione.
Il silenzio fu la sua costante caratteristica, sia quando riceveva che quando dava, l’interrompeva soltanto per ricordare la volontà di Dio. Il 1° giugno 1958, stremato nel fisico, si presentò al Padre Guardiano e gli disse: “Padre non ne posso più” e chiese di essere esonerato dalla questua.
Il Superiore intuì subito che frate Nicola si avvicinava alla fine; il giorno dopo fu ricoverato in clinica e operato d’urgenza.
Ma tutto fu inutile, dopo quattro giorni, dopo aver ricevuto l’unzione degli infermi e il Viatico, si spense serenamente l’8 giugno 1958 a 76 anni.
La fama della sua santità era grande e i funerali videro l’imponente partecipazione del popolo; decine di migliaia di persone di ogni ceto sociale, resero omaggio alla sua salma e i funerali del giorno 10 furono un’apoteosi.
Dal 1966 al 1971 si ebbe il primo processo per la sua beatificazione avvenuta nel 1999; il 6 giugno 1980 i suoi resti furono traslati e tumulati nella Cappella dell’Immacolata della Chiesa di S. Antonio del Convento dei Cappuccini a Cagliari. La sua celebrazione liturgica è l’8 giugno.
“La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo.” (Mt 21,42)
La beatificazione di Nicola da Gesturi
Tratto dall’omelia di Papa Giovanni Paolo II, nel giorno della Beatificazione:
omelia di Papa Giovanni Paolo II, Piazza San Pietro 3.10.1999
Nicola da Gesturi, uomo del silenzio, spandeva attorno a sé un alone di spiritualità e di forte richiamo all’Assoluto. Denominato dalla gente con l’affettuoso appellativo di Frate Silenzio, Nicola da Gesturi si presentava con un atteggiamento che era più eloquente delle parole: liberato dal superfluo e alla ricerca dell’essenziale, non si lasciava distrarre dalle cose inutili o dannose, volendo essere testimonianza della presenza del Verbo Incarnato accanto ad ogni uomo. In un mondo troppo spesso saturo di parole e povero di valori, c’è bisogno di uomini e di donne che, come il Beato Nicola da Gesturi, sottolineino l’urgenza di recuperare la capacità del silenzio e dell’ascolto, affinché tutta la vita divenga un cantico di lode a Dio e di servizio verso i fratelli. Possa il suo esempio e la sua intercessione spingerci ad imitarlo perché anche noi, con la nostra fedeltà al Vangelo, rendiamo gloria a colui che è “fonte di ogni bene”.Interceda per noi Maria, Regina di tutti i Santi; ci sorregga e
incoraggi il Beato Nicola da Gesturi, che contempliamo nella tua gloria
celeste. Amen!
Preghiere al Beato Nicola da Gesturi
O Dio, che nel Beato Nicola ci hai dato un esempio da imitare nella preghiera, nell’umiltà e nel silenzio, concedi che, per sua intercessione, possiamo portare Cristo ai fratelli con la santità della nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.Preghiera per chiedere al Signore la canonizzazione del Beato
O Dio, che nel beato fra Nicola da Gesturi ci hai dato un esempio di preghiera, di umiltà e di silenzio, apri il nostro cuore ai benefici della tua Parola, affinché docili all’azione dello Spirito Santo, possiamo portare Cristo ai nostri fratelli e servire Te con la santità di tutta la nostra vita. Noi ti preghiamo, Padre, fa’ che il Beato Nicola sia presto annoverato tra i Santi della Chiesa Universale, perché tutti possano seguirlo come modello di vita e godere della sua intercessione. Amen. Padre Nostro
Vergine Maria, Madre di Dio, il Beato Nicola da Gesturi manifestò un amore filiale verso di te; ottieni dalla Trinità Santa che possa essere sempre più venerato, lui che ha amato Tuo Figlio ed ha invitato ad amarlo con tutto il cuore. Aiuto dei cristiani, prega per noi. Salve Regina
Altri Santi del giorno