Alla nascita di questa fanciulla, sappiatelo, gli Angeli hanno fatto gran festa nel ciclo. Questa fanciulla sarà grande davanti al Signore, e con la santità della sua vita sottrarrà molte anime al giogo del peccato. San Germano d'Auxerre
E gli effetti del prestigio familiare Genoveffa li «tocca con mano» fin da bambina: la presentano a uno dei personaggi più illustri del tempo, il Vescovo Germano di Auxerre, che è di passaggio nella sua città nativa. E il Prelato si rivela profetico per la piccola Genoveffa: le predice non il matrimonio, ma la consacrazione al Signore.
E così accade: nel 434-435, quando ha 15 anni: muoiono i suoi genitori, e lei va a vivere a Parigi dalla sua madrina, osservando privatamente i voti.
«Monaca casalinga», quindi.
Biografia
Nasce nella Gallia ancora romana, ma che sta per diventare Francia, ossia regno dei Franchi. Il suo nome, Genoveffa («dalle bianche guance», dal celtico) ha origini dalla Germania, da cui arrivano i franchi, e probabilmente anche la sua famiglia, che è autorevole e ricca.E gli effetti del prestigio familiare Genoveffa li «tocca con mano» fin da bambina: la presentano a uno dei personaggi più illustri del tempo, il Vescovo Germano di Auxerre, che è di passaggio nella sua città nativa. E il Prelato si rivela profetico per la piccola Genoveffa: le predice non il matrimonio, ma la consacrazione al Signore.
E così accade: nel 434-435, quando ha 15 anni: muoiono i suoi genitori, e lei va a vivere a Parigi dalla sua madrina, osservando privatamente i voti.
«Monaca casalinga», quindi.
Ma solo per un po’ di tempo. Nel 451 gli unni di Attila giungono minacciosi nella Gallia del nord, riempiendo di terrore Parigi. Fuggire con il patrimonio, si pensa nell’alto ceto.
Ma nel clima di fuggifuggi generale, emerge la reazione di Genoveffa: si deve rimanere a Parigi, e resistere. Genoveffa «mette in campo» la sua influenza spirituale sulle donne dei grandi casati, e anche l’autorevolezza della sua famiglia, i legami con i potenti. E raggiunge il suo obiettivo: le obbediscono, anche se non tutti (alcuni diffidano da lei e la vorrebbero morta). Risolve poi la situazione la vittoria del generale romano Ezio, che sconfigge Attila presso Chàlon-sur-Marne.
Mantiene sempre ottimi e frequenti rapporti col re Childerico, e così farà poi anche con suo figlio Clodoveo, che unificherà quasi tutta la Gallia sotto il dominio franco.
Genoveffa è una donna consacrata, ma viaggia lungo il paese per occuparsi anche di necessità pubbliche, come i trasporti e i rifornimenti alimentari in tempo di carestia.
Quando muore, più che 80enne, già da tempo è venerata come santa. Re Clodoveo e sua moglie Clotilde edificheranno una basilica per custodire i suoi resti, che però poi verranno quasi completamente bruciati durante la Rivoluzione francese. (Domenico Agasso Jr.)
O Genoveffa, vergine fedele, noi vogliamo renderti gloria per i meriti che il divino Bambino si è compiaciuto di radunare in te. Tu sei apparsa sulla Francia come un Angelo tutelare; le tue preghiere sono state per lungo tempo oggetto della fiducia dei Francesi, e ti sei onorata, in cielo e in terra, di proteggere la capitale del regno di Clodoveo, di Carlo Magno e di san Luigi. Sono giunti tempi degni di esecrazione, durante i quali il tuo culto è stato sacrilegamente abrogato, i tuoi templi sono stati chiusi, e le tue preziose reliquie profanate. Tuttavia, tu non ci hai abbandonati; hai implorato per noi giorni migliori; e possiamo riprendere una certa fiducia nel vedere il tuo culto rifiorire in mezzo a noi, malgrado le profanazioni più recenti venute ad aggiungersi alle antiche.
In questo periodo dell'anno che illustra e consacra il tuo nome, benedici il popolo cristiano. Apri i nostri cuori all'intelligenza del mistero del Presepio. Ritempra quella nazione che ti è stata sempre cara alle pure sorgenti della fede, e ottieni dall'Emmanuele che la sua Nascita, rinnovantesi ogni anno, divenga un giorno di salvezza e di vera rigenerazione. Noi siamo malati, periamo, perché le verità sono scemate presso di noi, secondo le parole di David; e la verità si è oscurata perché l'orgoglio ha preso il posto della fede, l'indifferenza quello dell'amore. Solo Gesù conosciuto e amato nel mistero della sua ineffabile Incarnazione può ridarci la vita e la luce. Tu che l'ha ricevuto e l'hai amato nella tua lunga e casta vita, conduci anche noi alla sua culla.
Veglia, o potente pastora, sulla città che ti è stata affidata. Guardala dagli eccessi che sembrano talora renderla simile a una grande città pagana. Dissipa le tempeste che si formano nel suo seno, e da apostola dell'errore, consenta a diventare finalmente discepola della verità. Nutrì ancora il suo popolo che muore di fame, ma solleva soprattutto le sue miserie morali. Calma quelle febbri ardenti che bruciano le anime e sono ancor più terribili di quel brutto male che bruciava solo i corpi. Accanto al tuo sepolcro vuoto, dall'alto del Monte che domina il grandioso tempio che si eleva sotto il tuo nome e rimane tuo per volere della Chiesa e dei padri nostri, a dispetto dei reiterati attacchi della forza bruta, veglia su quella gioventù di Francia che si stringe attorno alla cattedra della scienza umana, gioventù così spesso tradita dagli stessi insegnamenti che dovrebbero dirigerla, e assicura alla patria generazioni cristiane. Brilli sempre la croce, a dispetto dell'inferno, sulla cupola del tuo santuario profanato, e non permettere mai che ne sia tolta. Che quella croce immortale regni di nuovo presto e pienamente su di noi, e stenda le sue braccia, dalla sommità del tuo tempio, su tutte le case della città peccatrice restituita alla sua antica fede, al tuo culto, alla tua antica protezione.
Ma nel clima di fuggifuggi generale, emerge la reazione di Genoveffa: si deve rimanere a Parigi, e resistere. Genoveffa «mette in campo» la sua influenza spirituale sulle donne dei grandi casati, e anche l’autorevolezza della sua famiglia, i legami con i potenti. E raggiunge il suo obiettivo: le obbediscono, anche se non tutti (alcuni diffidano da lei e la vorrebbero morta). Risolve poi la situazione la vittoria del generale romano Ezio, che sconfigge Attila presso Chàlon-sur-Marne.
Eroina nazionale
Ed ecco che Genoveffa diventa un’«eroina nazionale», la donna più celebre e stimata di Francia; e di lei si parla anche in Medio Oriente.Mantiene sempre ottimi e frequenti rapporti col re Childerico, e così farà poi anche con suo figlio Clodoveo, che unificherà quasi tutta la Gallia sotto il dominio franco.
Genoveffa è una donna consacrata, ma viaggia lungo il paese per occuparsi anche di necessità pubbliche, come i trasporti e i rifornimenti alimentari in tempo di carestia.
Quando muore, più che 80enne, già da tempo è venerata come santa. Re Clodoveo e sua moglie Clotilde edificheranno una basilica per custodire i suoi resti, che però poi verranno quasi completamente bruciati durante la Rivoluzione francese. (Domenico Agasso Jr.)
Preghiere a Santa Genoveffa
O Padre, fonte di ogni santità, che ci ami di infinito amore, fa’ che, come liberasti per le preghiere di S. Genoveffa la città di Parigi dai barbari Unni, così per la sua intercessione presso di Te, fa’ che siamo liberati da ogni male occulto nel corpo e nello spirito.Per Cristo nostro Signore. Amen.- 3 Gloria al Padre- Santa Genoveffa, prega per noiO Genoveffa, vergine fedele, noi vogliamo renderti gloria per i meriti che il divino Bambino si è compiaciuto di radunare in te. Tu sei apparsa sulla Francia come un Angelo tutelare; le tue preghiere sono state per lungo tempo oggetto della fiducia dei Francesi, e ti sei onorata, in cielo e in terra, di proteggere la capitale del regno di Clodoveo, di Carlo Magno e di san Luigi. Sono giunti tempi degni di esecrazione, durante i quali il tuo culto è stato sacrilegamente abrogato, i tuoi templi sono stati chiusi, e le tue preziose reliquie profanate. Tuttavia, tu non ci hai abbandonati; hai implorato per noi giorni migliori; e possiamo riprendere una certa fiducia nel vedere il tuo culto rifiorire in mezzo a noi, malgrado le profanazioni più recenti venute ad aggiungersi alle antiche.
In questo periodo dell'anno che illustra e consacra il tuo nome, benedici il popolo cristiano. Apri i nostri cuori all'intelligenza del mistero del Presepio. Ritempra quella nazione che ti è stata sempre cara alle pure sorgenti della fede, e ottieni dall'Emmanuele che la sua Nascita, rinnovantesi ogni anno, divenga un giorno di salvezza e di vera rigenerazione. Noi siamo malati, periamo, perché le verità sono scemate presso di noi, secondo le parole di David; e la verità si è oscurata perché l'orgoglio ha preso il posto della fede, l'indifferenza quello dell'amore. Solo Gesù conosciuto e amato nel mistero della sua ineffabile Incarnazione può ridarci la vita e la luce. Tu che l'ha ricevuto e l'hai amato nella tua lunga e casta vita, conduci anche noi alla sua culla.
Veglia, o potente pastora, sulla città che ti è stata affidata. Guardala dagli eccessi che sembrano talora renderla simile a una grande città pagana. Dissipa le tempeste che si formano nel suo seno, e da apostola dell'errore, consenta a diventare finalmente discepola della verità. Nutrì ancora il suo popolo che muore di fame, ma solleva soprattutto le sue miserie morali. Calma quelle febbri ardenti che bruciano le anime e sono ancor più terribili di quel brutto male che bruciava solo i corpi. Accanto al tuo sepolcro vuoto, dall'alto del Monte che domina il grandioso tempio che si eleva sotto il tuo nome e rimane tuo per volere della Chiesa e dei padri nostri, a dispetto dei reiterati attacchi della forza bruta, veglia su quella gioventù di Francia che si stringe attorno alla cattedra della scienza umana, gioventù così spesso tradita dagli stessi insegnamenti che dovrebbero dirigerla, e assicura alla patria generazioni cristiane. Brilli sempre la croce, a dispetto dell'inferno, sulla cupola del tuo santuario profanato, e non permettere mai che ne sia tolta. Che quella croce immortale regni di nuovo presto e pienamente su di noi, e stenda le sue braccia, dalla sommità del tuo tempio, su tutte le case della città peccatrice restituita alla sua antica fede, al tuo culto, alla tua antica protezione.