10 maggio

San Cataldo di Rachau Vescovo Patrono di Taranto e dell’Arcidiocesi

"Sii coraggiosa, madre felicissima, né rimprovera l'Onnipotente per la sua noncuranza nei tuoi confronti, durante i dolorosi momenti del parto, né abbi paura di avvicinarti alla morte, né di aver bisogno di ciò che è necessario; perché tu crescerai un figlio, il propagatore della vera religione, che non sarà solo un onore per i suoi genitori ed il suo paese, ma motivo d'orgoglio per tutta l'Irlanda, ed inoltre diventerà l'eterno patrono di un popolo straniero". (Il profeta Dichus alla madre di San Cataldo)

Biografia
I suoi genitori, Euco Sambiak e Aclena Milar, divennero ferventi cristiani grazie all'opera di missionari venuti dalla Gallia. Da loro Cataldo ricevette l'educazione e l'amore per la preghiera, l'ubbidienza, ordine, la mortificazione, e lo spirito di sacrificio. Alla loro morte Cataldo decise di donare tutta la loro eredità ai poveri. Quindi divenne discepolo di Carthagh abate del monastero di Lismore Irlanda, ove fu ordinato sacerdote e nel 637, alla morte del suo maestro e padre spirituale, gli successe nella conduzione del monastero. Nel 670 fu ordinato vescovo e tra il 679 e 680[3] si recò a visitare la Terra Santa, in abito da pellegrino.

Secondo la leggenda, il santo sarebbe giunto a Taranto per volere divino: infatti si racconta che durante il soggiorno in Terra Santa, mentre era prostrato sul Santo Sepolcro, gli sarebbe apparso Gesù che gli avrebbe detto di andare a Taranto e di rievangelizzare la città ormai in mano al paganesimo. San Cataldo allora, salpando con una nave greca diretta in Italia, intraprese un lungo viaggio che lo portò a sbarcare nel porto dell'attuale Marina di San Cataldo, località a 11 km da Lecce che porta il suo nome. Sempre secondo la tradizione, il santo avrebbe lanciato un anello in mare per placare una tempesta e in quel punto del Mar Piccolo si sarebbe formato un citro, cioè una sorgente d'acqua dolce chiamata "Anello di San Cataldo", tutt'oggi visibile sotto forma di "polla d'acqua dolce".

A Taranto Cataldo compì la sua opera evangelizzatrice, facendo abbattere i templi pagani e soccorrendo i bisognosi. In quel periodo egli si recò anche nei paesi limitrofi, tra cui Corato in provincia di Bari, di cui divenne patrono avendo per tradizione liberato la città dalla peste.

Morì a Taranto l'8 marzo del 685 e fu seppellito nella chiesa di San Giovanni in Galilea, allora duomo della città, e lì il suo corpo fu dimenticato per parecchi anni.

“Se con tutto il cuore credi in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e se desideri essere battezzato riceverai immediatemente la sanità dell’anima e del corpo”.

Alcuni miracoli di San Cataldo
  •  Cataldo decise la costruzione di una chiesa, in nome della Beata Vergine. Egli aveva appena delimitato le fondamenta ed iniziato il suo lavoro, quando l'unico figlio di un certo uomo morì di morte naturale, o per gli effetti di una frattura che si era procurato presso la costruzione. Il padre chiese a Cataldo di intercedere per lui. Il nostro santo replicò: "II figlio di queste lacrime non dovrà più sopportare una morte amara, o permettersi di causare una continua sofferenza ad un genitore dotato di una tale fede. Quindi, risorto alla vita, piovra sostenere la vecchiaia di suo padre. Da morto, è stato di peso alle spalle del padre, con un pio peso". Non appena queste parole uscirono dalle labbra di Cataldo, il giovane tornò in vita.Ciò fu causa di grande meraviglia tra gli spettatori, riunitisi nel luogo, ed il Cristo acquistò molte anime, il resoconto di questo miracolo incrementò la fama di Cataldo in tutto il distretto di quella contea, e presto venne riconosciuto come oggetto di venerazione, tra i servitori prediletti di Cristo.
  • Presso la porta della città di Taranto, San Cataldo s’incontrò con un mendicante cieco e da lui si informò quale religione praticavano gli abitanti di Taranto. Il cieco rispose: “Anticamente tutti i nostri padri erano cristiani, ora sono molto pochi quellli che credono alla fede di Gesù Cristo”. E San Cataldo al cieco: “E tu, figliolo, sei pagano o cristiano?” Ed il cieco: “Nessuno, o Padre, mi ha insegnato la fede di Gesù Cristo”. Allora, S. Cataldo soggiunse: “Se con tutto il cuore credi in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e se desideri essere battezzato riceverai immediatemente la sanità dell’anima e del corpo”. Ed il cieco: “Credo, Signore; affrettati a battezzarmi”. S. Cataldo, presa dell’acqua, lo battezzò e il cieco immediatamente riacquistò la vista.
"Siate, o fratelli, costanti nella fede: verranno lupi rapaci e cercheranno di strapparvi dal cuore la fede che vi ho predicato. Voi, però, siate forti nel combattimento. Amatevi l’un l’altro e cercate di rendervi perfetti nella carità". 

San Cataldo a Gerusalemme 
“Sappiate, o fratelli carissimi, che io non a caso approdai in questa città, ma per volontà di Dio.
Mentre ero a Gerusalemme, il Signore mi comandò di venire a ravvivare nei vostri petti quella fede che era stata insegnata ai vostri padri da S. Pietro e da S. Marco. Ho obbedito al commando di Dio!
Non ho mai cessato di istruirvi nei divini precetti e di tenervi sempre a me uniti in santa conversazione.
Vi ho ricordato ciò non per vanteria, ma affinchè conosciate le singolari grazie che il Signore vi ha elargito servendosi di un vile strumento quale sono io.
Siate, o fratelli, costanti nella fede: verranno lupi rapaci e cercheranno di strapparvi dal cuore la fede che vi ho predicata. Voi, però, siate forti nel combattimento. Amatevi l’un l’altro e cercate di rendervi perfetti nella carità.

Darete sepoltura a questo mio corpo nella cappella di S. Giovanni, accanto alla Cattedrale per aspettare da quel luogo il giorno della futura risurrezione”. - San Cataldo

Preghiera a San Cataldo
Glorioso San Cataldo, nostro Patrono e Protettore, noi ammiriamo in te la forza della fede e l' ardore missionario di  propagarla e testimoniarla, non risparmiando sacrifici e fatiche.
Ti preghiamo di ottenere anche a noi una fede gioiosa e generosa così che Dio diventi sempre più l’unico amore della nostra vita.
Glorioso San Cataldo, nostro Patrono e Protettore, i nostri padri ti hanno invocato come scudo efficacissimo nelle grandi calamità e avversità, soprattutto la guerra e il terremoto, la siccità e la carestia e sempre hanno sperimentato la tua intercessione.
Ti preghiamo di estendere anche ai nostri giorni tale protezione.
Glorioso San Cataldo, nostro Patrono e Protettore, continua a benedire la nostra  comunità  parrocchiale.
Concedi ai cristiani e agli uomini di buona volontà di cooperare concordemente al bene comune così che la nostra parrocchia progredisca nella giustizia libera da ogni violenza ed egoismo, pronto a servire la vita e a promuovere ogni iniziativa di bene. Amen.