02 giugno

Sant' Erasmo di Formia Vescovo e martire Patronato: Malattie dell'intestino

I grandi santi con il loro comportamento dimostrano che la Fede supera ogni problema e ci consente di raggiungere la perfezione.

La Storia di un grande Santo
La vita di Sant'Erasmo è sospesa fra storia e leggenda poichè non possediamo fonti documentarie dirette che narrino con certezza gli eventi della sua esistenza terrena. Ciò che è certo è che egli è nato nel 3° secolo dopo Cristo ad Antiochia ed è morto, martire, nel 303, in seguito alle persecuzioni di Diocleziano.

Di famiglia benestante, si narra che abbia studiato a Roma fin da piccolo e che la sua fede si forgiò, fortissima, fin dalla più tenera età. Intorno ai quarant'anni divenne vescovo di Antiochia. E qui la sua vita assume le tinte della leggenda: bisogna attingere alla "Passio" compilata nel VI secolo e che è sicuramente leggendaria. Qui si narra che quando scoppiò la persecuzione contro i cristiani da parte di Diocleziano e Massimiano, Erasmo era già vescovo. Per cercare di sfuggire alla persecuzione, si nascose per sette anni in una caverna del monte Libano. Ritornato in città con l'intenzione di affrontare anche la morte pur di diffondere la fede in Cristo, fu arrestato e condotto al tribunale dell'imperatore che, alternando lusinghe a tormenti, cercò di persuaderlo a sacrificare agli dei e a rinunciare alla sua fede; ma Erasmo fu irremovibile e rimase saldo nella fede e, perciò, fu rinchiuso in carcere. Liberato miracolosamente dall'intervento di un angelo, si recò nell'Illirico dove, in sette anni di infaticabile predicazione, convertì quattrocentomila persone.

Arrestato di nuovo, stavolta per ordine di Massimiano, fu condotto a Sirmio dove, in segno di sfida, abbatté un simulacro e convertì altre quattrocentomila persone, molte delle quali furono uccise. Erasmo, dopo essere stato ancora tormentato orribilmente, fu rinchiuso in carcere. Fu liberato allora dall'arcangelo Michele che lo condusse a Formia, e qui, sette giorni dopo, spirò il 2 giugno 303, essendo stato martirizzato, pare, tramite eviscerazione (gli furono strappati gli intestini) e leggenda vuole che le visceri gli fossero legate ad un argano: il famoso dipinto di Poussin ritrae proprio tale scena per raffigurare il martirio del Santo. Fu sepolto dal vescovo formiano Probo nella parte occidentale della città, nei pressi dell'anfiteatro (oggi teatro) e il suo corpo rimase in quel luogo fino alla traslazione nel castro di Gaeta. Trent'anni dopo le invasioni saracene del IX secolo, proprio a Gaeta, il vescovo Bono ed il patrizio Docibile, essendo state rinvenute le ossa nella chiesa di S. Maria del Parco, fecero erigere una chiesa (oggi Cattedrale) degna di cotanto santo.

La Passio si conclude con il ricordo dei miracoli che ancora al tempo di Gelasio avvenivano sia nel luogo dove era la prima tomba, a Formia, sia nel luogo, a Gaeta, dove trovò definitva sepoltura.
I successivi ritrovamenti archeologici hanno comunque confermato i dati storici della Passio. Gli scavi archeologici a Formia e Ochrida hanno restituito la tomba e il culto.

Il fuoco di Sant'Elmo
Il nome del Santo, Elmo o Elm, è frutto di una trasformazione nel corso dei secoli, soprattutto ad opera dei marinai, da Erm a sua volta derivato da Erasmo.
I monaci benedettini furono particolarmente legati al culto per il santo martire. Anche Gregorio Magno si interessò alla sua vita e aiutò la nascita della cattedrale formiana. Il culto è attestato lungo l'Appia ed è certamente la cultualità più antica: l'evangelizzazione di Erasmo potrebbe essere avvenuta proprio lungo la strada consolare.
Al tempo del Ducato di Gaeta (IX-XII secolo) Erasmo era stato proclamato patrono della città: il culto fu propagato via mare dai marinai e commercianti gaetani nei porti del Tirreno. Attorno ai santi patroni si identificava e consolidava la società cittadina. Durante il Medioevo il suo culto si consolidò e venne inserito tra i cosiddetti Santi ausiliatori quale patrono dei marinai e protettore dei malati di stomaco. La memoria liturgica si festeggia il 2 giugno.
Fu proprio tra i marinai che il nome di Sant’Erasmo si mutò in quello di Elmo ed ebbe un curioso seguito, ovvero le spettrali fiammelle che si vedono, o si vedevano un tempo, sugli alberi e i pennoni delle navi, prima o dopo tempeste di mare, e che sono dovute a scariche di elettricità statica: esse vennero chiamate comunemente fuoco di “Sant’Elmo”. Si volle, così, attribuire questo fenomeno alla protezione che il Santo sicuramente non avrebbe fatto mancare ai marinai, trasformando la loro nave a guisa di un grande candelabro, che alzava al cielo la richiesta della salvezza contro le forze scatenante della natura.

“Erasmo servo buono, qualunque cosa tu dimandasti, riceverai, entra nel gaudio del tuo Signore, e banchetta coi giusti, ed eletti del Signore nei secoli”.
 
Preghiera a Sant' Erasmo di Formia
O chiarissimo Sant’Erasmo, tu che hai amato Cristo più della tua stessa Vita, aiutaci a credere giorno dopo giorno, che Dio è per noi un Padre; aiutaci a credere che Gesù è morto per noi ed è per noi risorto; aiutaci a credere che lo Spirito Santo ha il potere di guidarci sulla via della Santità vera.
Sant’Erasmo, vescovo e martire, fa che la tua testimonianza di una fede autentica c’infiammi il cuore.
Per poter essere nel mondo segno di una generazione di credenti che non teme di confessare con la vita che Gesù è il figlio di Dio, vivo e vero. Amen. Sant' Erasmo, prega per noi.

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