Se qualcuno ardiva ringraziarlo, esclamava: "Fratello, datene grazia a Dio e non a me, che sono il più tristo e malvagio peccatore che si trovi".
A ventidue anni venne colpito da una malattia (forse l'elefantiasi) che ne sfigurò il volto: promise di abbracciare lo stato ecclesiastico in caso di guarigione e, esaudito, si trasferì a Napoli per adempiere al suo voto: riprese gli studi e si dedicò particolarmente alla lettura degli scritti teologici di Tommaso d'Aquino.
Ordinato sacerdote, celebrò la sua prima messa nel 1587: si dedicò specialmente alla cura dei poveri e degli infermi e si ascrisse alla compagnia dei Bianchi, una confraternita dedita all'assistenza ai carcerati e ai condannati a morte.
I tre si ritirarono nell'eremo dei Camaldoli di San Salvatore di Napoli, dove stesero la regola della futura congregazione dei Chierici Regolari Minori, poi i due Caracciolo si recarono a Roma, dove papa Sisto V concesse loro la sua approvazione con la bolla Sacrae religionis del 1º luglio 1588: ciò che maggiormente caratterizzava la regola era la scelta da parte dei suoi membri di non ambire a dignità ecclesiastiche, sia all'interno dell'ordine che nella Chiesa (nel 1592 papa Clemente VIII concesse ai religiosi di assumere tale impegno mediante un quarto voto).
Lasciò il governo dei Chierici Regolari Minori (che in suo onore presero a essere chiamati caracciolini) nel 1607 e non volle più ricoprire nessuna carica nell'ordine.
Avendo la congregazione dell'Oratorio di Agnone manifestato interesse a unirsi al suo ordine, Francesco si recò in Molise per discutere dell'eventuale ingresso di quei padri tra i caracciolini: approfittò del viaggio per recarsi a visitare i suoi parenti a Montelapiano. Morì presso gli oratoriani di Agnone mentre si accingeva a tornare a Napoli
Concedi a noi, che Lo veneriamo come modello di vita, consacrata al tuo Amore e a quello dei fratelli, lo stesso slancio, per essere testimoni credibili, mediante una vita rigenerata dallo Spirito.
Fa’ che riscopriamo l’importanza di fissare lo sguardo sul Cristo Crocifisso e la necessità di ricorrere, frequentemente, alla forza del Sacramento dell’Eucaristia, celebrata e adorata, affinché, fortificati dalla tua Grazia, possiamo divenire “Buon Samaritano” per tutti i fratelli che incontriamo sulla nostra strada.
Lungo il cammino, ci prenda per mano la Beata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio e nostra Madre, che San Francesco Caracciolo tanto amò e di cui sperimentò la potente Protezione. Cosi sia.
Preghiera dei cuochi a San Francesco Caracciolo
O umilissimo San Francesco, adoratore e apostolo di Gesù Pane di vita, che rinunciasti ai beni e agli onori terreni per metterti pienamente al servizio di Dio e del prossimo più povero e più bisognoso di aiuto materiale e spirituale, noi Cuochi ti ammiriamo e a te ci rivolgiamo come nostro Patrono particolare.Tu che fosti profondamente unito a Cristo, Pane spezzato per la vita del mondo, aiutaci a saper promuovere, attraverso la mensa che prepariamo, rapporti più umani e fraterni per contribuire alla diffusione nel mondo della pace e dell'amore di Dio.
Infondi in noi e in tuffi gli uomini il desiderio e il gusto della Mensa della Parola e del Pane di vita eterna, ottieni da Dio grazia e benedizione sulle nostre famiglie e sul nostro lavoro, aiutaci ad essere sempre degni figli di Dio per poter meritare di partecipare, al termine del nostro cammino terreno, alla tua gloria e alla beatitudine di tutti i Santi in cielo. Amen.
Altri Santi del giorno
Venne colpito da una malattia
Figlio di don Ferrante Caracciolo, signore di Villa Santa Maria, e di Isabella Barattucci, alla nascita gli venne imposto il nome di Ascanio e ricevette un'educazione consona al suo rango nobiliare: mostrò sin dall'infanzia una certa inclinazione religiosa.A ventidue anni venne colpito da una malattia (forse l'elefantiasi) che ne sfigurò il volto: promise di abbracciare lo stato ecclesiastico in caso di guarigione e, esaudito, si trasferì a Napoli per adempiere al suo voto: riprese gli studi e si dedicò particolarmente alla lettura degli scritti teologici di Tommaso d'Aquino.
Ordinato sacerdote, celebrò la sua prima messa nel 1587: si dedicò specialmente alla cura dei poveri e degli infermi e si ascrisse alla compagnia dei Bianchi, una confraternita dedita all'assistenza ai carcerati e ai condannati a morte.
Segno della Provvidenza
Poiché nella compagnia dei Bianchi operava anche un suo omonimo, gli fu recapitata erroneamente una lettera di Giovanni Agostino Adorno e Fabrizio Caracciolo contenente l'invito a unirsi a loro per dare inizio a una nuova congregazione religiosa: lo scambio di persona venne ritenuto un segno della Provvidenza e Ascanio venne comunque ammesso nel numero dei futuri fondatori dell'istituto.I tre si ritirarono nell'eremo dei Camaldoli di San Salvatore di Napoli, dove stesero la regola della futura congregazione dei Chierici Regolari Minori, poi i due Caracciolo si recarono a Roma, dove papa Sisto V concesse loro la sua approvazione con la bolla Sacrae religionis del 1º luglio 1588: ciò che maggiormente caratterizzava la regola era la scelta da parte dei suoi membri di non ambire a dignità ecclesiastiche, sia all'interno dell'ordine che nella Chiesa (nel 1592 papa Clemente VIII concesse ai religiosi di assumere tale impegno mediante un quarto voto).
Professione dei voti
Il 9 aprile 1589 Ascanio emise la sua solenne professione dei voti nella cappella della compagnia dei Bianchi e assunse il nome religioso di Francesco. Morto l'Adorno, che fino ad allora era stato la guida del gruppo, Francesco Caracciolo venne eletto superiore generale dell'ordine: Francesco diede un notevole impulso alla diffusione dei suoi religiosi sia in Italia (ottenne delle chiese a Roma) che all'estero (nel 1594 fondò le prime case Spagna).Lasciò il governo dei Chierici Regolari Minori (che in suo onore presero a essere chiamati caracciolini) nel 1607 e non volle più ricoprire nessuna carica nell'ordine.
Avendo la congregazione dell'Oratorio di Agnone manifestato interesse a unirsi al suo ordine, Francesco si recò in Molise per discutere dell'eventuale ingresso di quei padri tra i caracciolini: approfittò del viaggio per recarsi a visitare i suoi parenti a Montelapiano. Morì presso gli oratoriani di Agnone mentre si accingeva a tornare a Napoli
Preghiera a San Francesco Caracciolo
O Dio, Sorgente di Santità, Tu hai guidato San Francesco Caracciolo sulla via della perfezione, nell’umiltà e nel servizio verso i fratelli, sostenuto da una profonda Fede e ferma Speranza nei meriti infiniti del tuo Figlio, Morto e Risorto, e nella forza trasformante del Pane Eucaristico.Concedi a noi, che Lo veneriamo come modello di vita, consacrata al tuo Amore e a quello dei fratelli, lo stesso slancio, per essere testimoni credibili, mediante una vita rigenerata dallo Spirito.
Fa’ che riscopriamo l’importanza di fissare lo sguardo sul Cristo Crocifisso e la necessità di ricorrere, frequentemente, alla forza del Sacramento dell’Eucaristia, celebrata e adorata, affinché, fortificati dalla tua Grazia, possiamo divenire “Buon Samaritano” per tutti i fratelli che incontriamo sulla nostra strada.
Lungo il cammino, ci prenda per mano la Beata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio e nostra Madre, che San Francesco Caracciolo tanto amò e di cui sperimentò la potente Protezione. Cosi sia.
Preghiera dei cuochi a San Francesco Caracciolo
O umilissimo San Francesco, adoratore e apostolo di Gesù Pane di vita, che rinunciasti ai beni e agli onori terreni per metterti pienamente al servizio di Dio e del prossimo più povero e più bisognoso di aiuto materiale e spirituale, noi Cuochi ti ammiriamo e a te ci rivolgiamo come nostro Patrono particolare.Tu che fosti profondamente unito a Cristo, Pane spezzato per la vita del mondo, aiutaci a saper promuovere, attraverso la mensa che prepariamo, rapporti più umani e fraterni per contribuire alla diffusione nel mondo della pace e dell'amore di Dio.
Infondi in noi e in tuffi gli uomini il desiderio e il gusto della Mensa della Parola e del Pane di vita eterna, ottieni da Dio grazia e benedizione sulle nostre famiglie e sul nostro lavoro, aiutaci ad essere sempre degni figli di Dio per poter meritare di partecipare, al termine del nostro cammino terreno, alla tua gloria e alla beatitudine di tutti i Santi in cielo. Amen.
Altri Santi del giorno