06 luglio

San Sisoes il Grande Eremita

Un fratello interrogò Abba Sisoes: “Vedo, esaminandomi, che il ricordo di Dio non mi lascia mai”. L’anziano allora gli disse: “Non è una gran cosa che la tua anima sia con Dio. Sarebbe grande se tu ti accorgessi che sei inferiore a tutte le creature. Questo pensiero unito al lavoro corporale: ecco ciò che corregge e conduce all’umiltà”.

Biografia
San Sisoes era un egiziano che decise di intraprendere la vita monastica nel famoso convento del deserto di Scete, ma alla morte di sant'Antonio nel 357 preferì trasferirsi a causa del troppo affollamento.

Si ritirò sulla montagna di Sant'Antonio dove rimase fino ad età avanzata. Morì a Clisma, una città sulle rive del Mar Rosso, verso l'anno 430. In punto di morte affermò: «Vedete: il Signore è venuto e dice: Portatemi il vaso eletto del deserto». 

Numerosi articoli dei «Detti dei Padri» citano Sisoes e lo descrivono come un contemplativo amante della solitudine, abbandonato alla misericordia divina.

Al suo discepolo capitava spesso di doverlo sollecitare per prendere cibo poiché egli neppure se ne preoccupava. Egli ripeteva: «Dimentica te stesso, getta alle spalle i tuoi desideri e liberati dalle sollecitudini: così troverai la quiete». Numerosi miracoli (tra cui la risurrezione di un bambino) furono attribuiti alla sua intercessione e gli valsero l'appellativo di «grande». (Avvenire)

Detti di San Sisoes il Grande
  1. "Dimentica te stesso e getta alle spalle i tuoi desideri e liberati dalle sollecitudini. Così troverai la quiete”.
  2. Abba Sisoes era solito dire: “Colui che lavora e pensa di aver fatto qualche cosa, riceve quaggiù la sua ricompensa”.
  3. Un fratello chiese al padre Sisoes: "Dimmi una parola”. Gli disse: "Perché mi costringi a parlare inutilmente? Ecco, fa’ ciò che vedi”»
  4. Un fratello interrogò l'abate Sisoe: « Vedo, esaminandomi, che il ricordo di Dio non mi lascia mai ». L'anziano gli disse: « Non è una gran cosa che la tua anima sia con Dio. Sarebbe grande se tu ti accorgessi che sei inferiore a tutte le creature. Questo pensiero unito al lavoro corporale: ecco ciò che corregge e conduce all'umiltà ».
  5. L'abate Sisoe ha detto: «Colui che lavora e pensa aver fatto qualche cosa, riceve quaggiù la sua ricompensa ».
  6. L'abate Sisoe diceva: « Rettifica le inclinazioni del tuo corpo e per il cuore non ti sarà richiesto  nulla ».
  7. Un fratello disse all'abate Sisoe: « Perché le mie «  passioni non si allontanano? ». « Gli strumenti delle passioni sono in te », gli rispose, « ma se renderai loro i loro pegni, se ne andranno ».
 
Memoria del nostro santo padre Sisoes il Grande
Luminosa  come  sole,  o  santo,
è sorta  la  tua  solennissima  memoria che  risplende per i raggi delle tue  opere virtuose, o beatissimo e illumina le menti dei fedeli con i raggi dei tuoi prodigi. Festeggiandola dunque, pieni di gioia ti onoriamo e con fede ti diciamo beato, o vanto dei monaci. Sei vissuto proprio come un angelo terrestre, consumando il tuo corpo, o felicissimo, con la continenza e con le veglie, meditando continuamente le realtà divine nel ricordo della morte, o padre, crescendo con sublimi  ascensioni verso l'apice dei desideri: ne hai perciò veramente raggiunto la vetta. Quando ti addormentasti nella morte, si produsse un prodigio che oltrepassa il pensiero, o  uomo  meraviglioso dal santo sentire, allorché fu presente  al completo la moltitudine dei santi: come sole, infatti, o sapiente, si levò il tuo volto, manifestando la sfolgorante purezza della tua anima e attestando a tutti quale fine avevi raggiunto. Gloria...
  • Ti scongiuro, o Vergine degna di ogni canto, purissimo palazzo del Re: purifica il mio intelletto macchiato da tutte le colpe e rendilo gradito tabernacolo della Trinità più che divina , affinché io, tuo inutile servo, ottenendo salvezza, magnifichi il tuo potere e la tua immensa misericordia. 
  • Hai  ricevuto nel cuore, o purissima, la  spada a due tagli a te predetta da Simeone e ne hai avuto le viscere  e l ’animo  trafitti, contemplando il Figlio tuo pendente dalla croce, o venerabile; perciò gridavi: Figlio mio, non trascurarmi, ma affrettati a risorgere, come hai predetto, o longanime.
Cittadino  del  deserto,
angelo in un corpo e taumaturgo ti sei rivelato, santo padre teoforo Sisoes; con digiuno, veglia e preghiera hai ricevuto carismi celesti e guarisci i malati e le anime di quanti con fede a te accorrono.
Gloria a Colui che ti ha dato forza; gloria a Colui che ti ha incoronato; gloria a Colui che per mezzo tuo opera guarigioni in tutti.

Ode 1. Cantiamo un  inno.
Con le tue preghiere, padre, vivifica me, ucciso dalle passioni, tu che hai franchezza presso Cristo.
Spegnesti con l’amore di Dio i desideri della carne, o beato Sisoes, seguendo con tutto il cuore il Signore che ti aveva chiamato. Accolta nell’intimo del cuore la luce immateriale, sei rifulso dissolvendo le tenebre delle passioni.
  • Sprofondo nella tempesta delle passioni: salvami, o Vergine pura, tu che generasti il  Salvatore che pacifica l’universo. 
Ode 3. Fortezza di chi confida. 
Sottomessa saldamente  la carne al pensiero, o beato, liberasti  l'anima dalla schiavitù delle passioni.
Con le tue fatiche lavorasti sapientemente il campo della tua anima, producendo la spiga dei miracoli e dell’impassibilità.
Rivestito della morte vivificante sulle orme di Cristo, da lui ricevesti il potere di risuscitare i morti.
  • Vergine pura, degna d’ogni canto, tu sei il santuario e la mensa mistica, avendo ricevuto il Cristo, pane di vita per l’universo. 
  • Fortezza di chi confida in te, quanti dimoravano nelle tenebre in te trovano luce e la mia anima ti inneggia, Signore. 
I soldati di guardia.
Con la forza della temperanza e la pratica delle virtù mortificasti le passioni carnali, o sapiente padre; per questo percorrendo la via celeste con gli angeli con la tua sublime ascesi giungesti alla presenza di Cristo, beato Sisoes, nostro padre. Gloria....
  • Attraverso la voce di sua madre ti salutò l’araldo della grazia, Madre di Dio e sua nutrice, poiché ancora in grembo egli ti riconobbe in spirito; dopo la sua nascita egli indicò l'agnello che, avendo assunto la nostra   povertà, tolse il peccato del  mondo, o Vergine senza macchia. 
  • Quando, o Cristo, la tua Madre senza macchia ti vide sospeso alla croce gridava: Figlio coeterno al Padre  e allo Spirito, che mistero è questo per la nostra  salvezza? In questo modo, Signore, tu salvi nella tua bontà, l’opera delle tue mani. 
Ode 4. Ho udito, Signore.
Con la pioggia della grazia hai fatto fluire fiumi di prodigi, purificando dalle loro macchie i fedeli che a te accorrono, o padre beato.
Vegliavi pregando in piedi notti intere: così purificasti la tua anima, divenendo tempio della Trinità santa. Fuggisti  nell’anacoresi del deserto per servire Colui che ti aveva salvato dalla caduta e dal male, o beatissimo.
Grazie al  freno della temperanza, hai contenuto l’impeto delle passioni e con le ali della tua anima sei volato verso Dio per contemplare lui solo.
  • In Spirito un  tempo Avvacùm vid in te, Vergine, il monte non tagliato da cui il Signore Dio sarebbe apparso per salvarci tutti. 
Ode 5. In questa veglia.
Sei divenuto tempio della trifulgente Divinità, distruggendo gli idoli delle passioni nella tua anima.
Mortificando l’arroganza della carne, o teoforo, con l’aiuto della grazia risuscitasti i morti.
Palesemente cacciavi gli spiriti impuri, essendo divenuto puro vaso dello Spirito santo.
  • Illumina le mie tenebre, Madre di Dio Vergine, tu che generasti il Sole senza tramonto della grazia. 
Ode 6. Signore perdonami. 
Evitasti la perdizione nelle viscere del mostro, venerabile padre, praticando la temperanza, la preghiera, la  carità senza ipocrisia, la vera umiltà e l’autentico amore per Cristo.
Cristo ha diretto la tua via verso di Lui: nella sua  potenza ti donò il potere di calpestare la testa di serpenti e  scorpioni, o beatissimo teoforo.
Per il tuo desiderio di Dio fosti divinizzato: per il  tuo stesso amore per la luce sei divenuto a tua volta fiaccola divina, angelo terrestre e uomo celeste, o padre teoforo.
  • Puro tesoro della verginità, Vergine purissima, Maria, purifica il mio spirito dalla sporcizia delle passioni e colma di grazia il mio cuore. 
  • Signore, perdonami nonostante i miei peccati senza numero; strappami dall’abisso del male, ti supplico, perché a te grido: Signore, Dio mio, Signore, ascoltami. 
Ode 7. I fanciulli degli ebrei.
Ricevesti l’intera luce dello Spirito nel tuo cuore  purificato, per questo illumini i fedeli che inneggiano: Benedetto sei tu, Signore Dio nei secoli.
Nel divino fuoco della continenza bruciasti i rovi dei peccati, innalzandoti verso la luce celeste inneggiavi: Benedetto sei tu, Signore Dio nei secoli.
  • Salvami, Madre del Salvatore, perché sto affondando nella palude del peccato; liberami da tutti gli assalti del nemico, affinché da te salvatoio magnifichi la tua protezione. 
 Ode 8. Sette volte di più del solito.
Per le tue preghiere incessanti hai allontanato dalla tua anima la sozzura delle passioni, purificando l’intimo del tuo cuore; sei così divenuto degno di prevedere il futuro, inneggiando: Benedici, popolo, il Signore nei secoli.
Vivendo come un angelo nella carne, venerabilissimo padre, mettesti in fuga le falangi dei  demòni; per questo andando con gioia nell’eterna vita, esultavano i cori angelici, con i quali  inneggi: Sacerdoti, benedite, popolo esalta Cristo nei secoli.
  • Per le tue preghiere a Dio purifica la mia anima devastata dalle passioni, padre  teoforo e salvami dalle loro trame che mi legano, affinché con  tutta purezza, possa inneggiare: Fanciulli benedite, sacerdoti celebrate, popolo  esalta Cristo nei secoli. Santificata dallo Spirito, in  grembo accogliesti il Creatore del genere umano e inesplicabilmente lo generasti, Vergine pura; inneggiandolo senza sosta diciamo: Fanciulli  benedite, sacerdoti celebrate, popolo esalta Cristo  nei secoli.
  • Sette volte più del solito nel suo furore il tiranno dei caldei fece infiammare la fornace per i fedeli del Signore; ma vedendoli salvati da una forza onnipotente, gridava: Fanciulli benedite, sacerdoti celebrate, popolo esalta Cristo nei secoli. 
 Ode 9. Per questo sbigottisce.
Un formidabile prodigio avvenne alla tua dormizione: il tuo volto brillò più del sole, mentre i cori dei santi accoglievano il tuo spirito per accompagnarlo al cospetto del Creatore.
O beato, tu che gioisci degli splendori divini, divinizzato al cospetto di Dio, ricevendo tutti gli immateriali raggi abbaglianti, con le tue preghiere salva dalle tenebrose passioni i fedeli che glorificano la tua luminosa memoria.
Fosti uomo giusto, puro, alieno da ogni male, compassionevole, casto, servendo Dio in  santità; per  questo la Trinità stessa riposò nel tuo cuore, mentre tu esulti ormai più chiaramente, padre ammirabile.
  • Non v’è in  me speranza alcuna di salvezza a causa delle mie opere, o Purissima: ho seguito la volontà del nemico e ora son nella tenebra, ma tu, che hai  fatto sorgere la  luce sulle nostre anime, Vergine senza macchia, rischiarami e salvami dalla perdizione. 
  • Per questo sbigottisce ogni orecchio e stupiscono i confini della  terra: perché Dio apparve corporalmente agli uomini e il tuo grembo divenne più ampio dei cieli: te dunque, Madre di Dio, le  schiere degli angeli e degli uomini magnificano.

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